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apr
Rohmer: "Fare cinema è amare la vita"
Eric Rohmer:
"Per continuare a fare cinema ho bisogno di vivere la mia vita, entrare nei musei, passeggiare in campagna". "Tutto il cinema che vedo, come tutta l'arte che mi passa sotto gli occhi costruisce la mia ispirazione".
"Il problema vero è non fermarsi alla rappresentazione della vita, bensì andare a cercarla dove nasce veramente, nelle chiacchiere dei ragazzi, nei brividi del cuore, nel formarsi di un'idea". .
Éric Rohmer, nome d'arte di Jean Marie Maurice Schérer (Tulle, 4 aprile 1920 – Parigi, 11 gennaio 2010), è stato un regista e critico cinematografico francese e uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague.
Come molti altri registi del movimento, è stato critico cinematografico sui Cahiers du cinéma, sin dalla fondazione nel 1951. Dopo aver realizzato numerosi cortometraggi nel corso degli anni cinquanta, ha esordito nel lungometraggio nel 1959. La sua produzione si caratterizza per l'organizzazione programmatica della maggior parte dei suoi film in cicli (Sei racconti morali, Commedie e proverbi, Racconti delle quattro
stagioni
da "Il raggio verde"..Una curiosa particolarità delle storie di Rohmer è la loro relazione stretta con fenomeni naturali eccezionali, che talvolta sono fulcro delle azioni, a volte inducono i personaggi alla riflessione. Esempi evidenti sono dati dal fenomeno ottico (narrato da Jules Verne) del raggio verde nell'omonimo film, oppure la superstizione legata alla luna piena de Le notti della luna piena o infine l'ora blu dell'episodio da Reinette e Mirabelle. Sono rivelazione metafisica, profezia da interpretare liberamente dai personaggi, segni evidenti di un'interazione tra la natura fisica e il destino umano. Si può leggere questo gusto di Rohmer come una trasposizione delle sue idee sul mondo, lui, ambientalista cattolico che vive riservato al riparo da fama e tecnologia. (da Wikipedia)
Pubblicato il 04 aprile 2012 - Commenti (0)