Il 4 novembre 1918, l'Italia si rialzava in piedi dopo il disastro di Caporetto. Si rialzava e vinceva una guerra, la più spaventosa guerra che fino ad allora il mondo avesse visto. Una guerra vinta contro l'impero austro-ungarico che impediva il compimento del processo unitario iniziato con la Prima Guerra di Indipendenza nel 1848.
Sono passati tre anni dall'inizio del conflitto. Il maresciallo Diaz emana l'ultimo bollettino di guerra, alla radio annuncia: la guerra è finita, l'Italia ha vinto. La prima guerra mondiale è finita. Cessano le ostilità. Ma questa guerra, questa inutile carneficina, come la definì Benedetto XV, costò all'Italia 680.000 morti, un'intera generazione cancellata. La migliore gioventù persa sui campi di battaglia, sui fiumi, sulle montagne.
Con lo stile de "La Grande Storia", la puntata racconta in un lungo film documentario la Prima Guerra Mondiale. E sceglie di farlo attraverso le lettere dei soldati al fronte. Lettere commoventi, buffe, curiose ma tutte con un comune denominatore: la patria, un valore indiscutibile che dava loro coraggio e resistenza.
C'è la lettera di un soldato incaricato di portare le gavette ai commilitoni in prima linea e che vuole fare fino in fondo il suo dovere nonostante abbia la possibilità di un posto meno rischioso: sono qui per servire la patria, scrive ai genitori. Una patria su cui artisti e intellettuali sono tutti d'accordo, basti pensare a Gadda, a Marinetti o a Sironi che persino muore in battaglia.
"4 novembre. La vittoria" è il racconto di quei giorni.
Un lungo (e bello) documentario de "La Grande Storia" (Rai):
Pubblicato il 04 ottobre 2012 - Commenti (0)