03/09/2011
VIVAN LAS ANTIPODAS! (Russia, 2011). Regia di Victor Kossakovsky. Immagine di un villaggio argentino a cui fa da specchio, agli antipodi, Shanghai.
Tutto il creato si specchia nella Laguna.
Come sempre, più di sempre, la 68ª
edizione della Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica (dal 31 agosto
al 10 settembre) sarà vetrina universale,
finestra aperta sul nostro tempo. Con punti
di vista dagli angoli più sperduti del globo.
Saranno 65 i film proiettati al Lido in anteprima
mondiale, selezionati dal direttore
Marco Müller e dai suoi fidi collaboratori tra
i 5.208 titoli visionati (un migliaio in più rispetto
all’anno scorso).
Di questi, 22 saranno
in gara per il Leone d’oro. Galà di apertura
con la proiezione di The ides of march (Le
idi di marzo) del divo George Clooney, accolto
nella Sala Grande del Palazzo del cinema
(finalmente restaurata e totalmente rinnovata
con le più sofisticate tecnologie) dalla madrina
del festival, l’attrice Vittoria Puccini.
Dopo Clooney, sul tappeto rosso da single
senza l’ex fidanzata Elisabetta Canalis, tante
le star che sfileranno al Lido: Gary Oldman,
Colin Firth, Jessica Chastain, Sam Worthington,
Keira Knightley, Viggo Mortensen, Willem
Dafoe, Matthew McConaughey, Jodie Foster,
Kate Winslet, Tsui Hark, Carey Mulligan,
Mia Farrow, Mathieu Amalric, Christopher
Walken, Al Pacino (premiato da uno degli
sponsor) e Madonna (in veste di regista di
W.E., fuori concorso).
Attesi poi da critici e
cinefili la rediviva Hanna Schygulla (musa
anni ’70 del regista Rainer Werner Fassbinder)
e il poliedrico Christoph Waltz (l’attore
viennese portato fino all’Oscar da Quentin
Tarantino con Bastardi senza gloria).
Vittoria Puccini
Tante, naturalmente, anche le facce di casa
nostra sul red carpet. Dalle più note (Monica
Bellucci, Isabella Rossellini, Chiara Mastroianni,
Roberto Herlitzka, Claudio Santamaria)
a quelle in cerca della consacrazione
internazionale: Filippo Timi, Claudia Pandolfi,
Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello,
Michela Cescon, Filippo Pucillo. Trampolino
di lancio, i tre film italiani selezionati per la
gara: Terraferma di Emanuele Crialese (rivelatosi
a Cannes con Respiro e vincitore a Venezia,
cinque anni fa, del Leone d’argento
con il bellissimo Nuovomondo); Quando la
notte di Cristina Comencini (applaudita al Lido
per La bestia nel cuore, valso a Giovanna Mezzogiorno la Coppa Volpi come miglior attrice);
L’ultimo terrestre di Gian Alfonso Pacinotti
(in arte GiPi, noto disegnatore al suo
sorprendente debutto dietro la cinepresa).
Ben 15 i film made in Italy delle categorie
principali del festival (Venezia 68, Orizzonti,
Fuori Concorso) più altri 29 nella sezione
Controcampo Italiano, che si annuncia ricca
di spunti grazie ai lavori di Maurizio Zaccaro
(Un foglio bianco), Francesco Patierno (Cose
dell’altro mondo), Fiorella Infascelli (Pugni
chiusi), Francesco Bruni (Scialla!), Marco Spagnoli
(Hollywood invasion) e soprattutto Ricky
Tognazzi (Tutta colpa della musica segna il
suo ritorno alla regia dopo Il padre e lo straniero,
bellissimo seppure ignorato dal pubblico).
La presenza più corposa nel cartellone di
questa 68ª edizione assieme ai 14 titoli Usa e
ai 9 della Francia. Complessivamente, sono 34
le nazioni ufficialmente rappresentate al Lido.
L’ULTIMO TERRESTRE (Italia, 2011). Regia di Gian Alfonso Pacinotti (GiPi). Con Gabriele Spinelli, Anna Bellato, Roberto Herlitzka.
L’ultimo Leone d’oro italiano, Così ridevano
di Gianni Amelio, risale al 1998. Sarà l’annata
buona? Deciderà la giuria presieduta dall’americano
Darren Aronofsky (quello di The wrestler
e Black swan) di cui fanno parte i nostri Mario
Martone e Alba Rohrwacher. Sarà dura perché,
oltre a Clooney, sono in gara pezzi da novanta
come Roman Polanski (Carnage), Aleksandr
Sokurov (Faust), David Cronenberg (A
dangerous method), Todd Solondz (Dark horse),
Johnny To (Life without principle) e soprattutto
il veterano William Friedkin (Oscar per Il
braccio violento della legge e regista di un film
cult come L’esorcista): festeggerà 76 anni il 29
agosto accompagnando a Venezia il suo nuovo
film, Killer Joe.
Possibile che la giuria gli faccia
un regalo. Senza patemi d’animo Ermanno
Olmi (fuori concorso Il villaggio di cartone)
e Marco Bellocchio (Leone d’oro alla carriera).
Per gli altri, invece, adrenalina pura.
«Non faccio mai pronostici», puntualizza
Marco Müller, 58 anni, alla sua ottava Mostra
nelle vesti di direttore (quasi un record). «Posso
solo dire che i film di quest’anno sono particolarmente
belli. Fanno pensare e sognare».
Maurizio Turrioni