10/05/2010
Un gruppo di astronauti durante il pasto sulla Stazione spaziale internazionale.
Si parla di Made in Italy e tutti pensano alla moda. O, tutt'al più, ai motori: Ferrari, Lamborghini, Ducati. Pochi sanno che la Stazione Spaziale Internazionale è stata costruita per metà in Italia. A Torino, per la precisione, nello stabilimento Thales Alenia Space di corso Marche. Qui sono nati il modulo europeo Columbus, i “nodi” Harmony e Tranquility, di cui la Nasa ha affidato all'azienda italiana progettazione e fabbricazione, l'osservatorio Cupola, il modulo Leonardo, più i “moduli logistici” e cargo automatici Atv, destinati a trasportare le provviste e gli strumenti scientifici sulla stazione orbitale. E, a proposito, una piccola curiosità: da Torino proviene anche l'acqua che si beve a bordo del laboratorio orbitale, fornita dall'Acquedotto Municipale.
Come si vive sulla Stazione Spaziale? Gli equipaggi restano in orbita per lunghi periodi, da tre a sei mesi, e non è una vacanza. Si lavora dieci ore al giorno, a volte di più, per cinque giorni la settimana. Cinque ore il sabato. Il resto del tempo è dedicato ai pasti, al relax e al sonno. Si dorme in specie di sacchi a pelo fissati alle pareti, per non fluttuare liberamente. E’ importante la ventilazione, perché in assenza di peso e di moti convettivi durante il sonno gli astronauti si troverebbero circondati da aria povera d’ossigeno e ricca di anidride carbonica. Il cibo arriva periodicamente con i rifornimenti, a bordo delle navicelle automatiche Progress e Atv. E’ liofilizzato, oppure conservato in scatolette o surgelato.
Nello spazio si attenua il senso del gusto, perciò la maggior parte degli astronauti gradisce cibi molto saporiti e speziati.
L’acqua è un bene prezioso. Ci si lava con l’aiuto di salviette inumidite e di detergenti liquidi che non devono essere sciacquati. Sempre per risparmiare l’acqua, il dentifricio è commestibile e viene inghiottito. Le toilette sono due, di progettazione russa, più affidabili del modello americano, che sullo Shuttle aveva creato non pochi problemi. Usarle è tutt’altro che semplice e risparmiamo volentieri i dettagli.
In assenza di peso il corpo subisce alcune mutazioni. La colonna vertebrale si distende e la statura cresce di 5-10 centimetri. La testa riceve più sangue. Soprattutto, le ossa tendono a perdere calcio e i muscoli ad atrofizzarsi.
Nel corso degli anni si è scoperto che l’attività fisica riesce a contrastare questo processo, i cui effetti, comunque, sembrano essere transitori. Perciò gli astronauti dedicano due ore al giorno alla ginnastica, con l’aiuto di semplici apparecchi come molle elastiche e cyclette. Nel poco tempo libero leggono, ascoltano musica con l’Mp3, scambiano e-mail con i familiari. Oppure guardano lo spettacolo della Terra vista dallo spazio, con il succedersi nelle 24 ore di 16 albe e altrettanti tramonti. Una magnifica ricompensa.
Giancarlo Riolfo