05/04/2011
La Nuova Uno, auto dell'anno in Brasile.
La Fiat va a gonfie vele in Brasile. Dopo un agguerrito testa a testa che a gennaio ha portato la Volkswagen in lievissimo vantaggio, già il mese scorso nel gigante sudamericano la casa torinese è tornata leader, come negli ultimi nove anni, con una partecipazione di mercato del 23,5%.
Merito della Nuova Uno, una compatta al cento per cento "made in Brazil" che con un picco di 120 mila unità è stata in assoluto la macchina più venduta. Ma vanno forte anche la Palio, rivista in chiave brasiliana come gran parte della gamma, e il pick-up Strada, best-seller di casa Fiat fra i veicoli commerciali leggeri, con cui l'azienda si è aggiudicata l'anno scorso il 51,4% del mercato. Tutti dati positivi, insomma, grazie anche all'accelerazione economica del Paese che, insieme alla Cina, è attualmente il più lanciato fra i cosiddetti emergenti: specie ora, in vista del Mundial 2014 e delle Olimpiadi del 2016.
Lo stabilimento Fiat di Betim.
A Betim 950 mila auto l'anno
Il problema è piuttosto star dietro alla domanda. Ed ecco come mai, a
differenza del piano di rilancio “Fabbrica Italia” che da noi non è
ancora reso noto, in Brasile si sa già perfettamente come verranno spesi
i 10 miliardi di Reais (circa 4,3 miliardi di euro) degli investimenti
Fiat fino al 2014. Anzi, i lavori sono già cominciati e servono ad
aumentare la produzione di molte aziende del gruppo, fra cui quelle
di Case New Holland che l’anno scorso ha realizzato qui le maggiori
quote di mercato al mondo.
Per quanto riguarda l'auto, nel principale stabilimento Fiat
Automóveis di Betim, un sobborgo di Belo Horizonte, la capacità
produttiva verrà portata da 800 a 950 mila veicoli l’anno, e intanto
nel promettente Nord Est è già partita la costruzione di un impianto
nuovo che in totale assorbirà un miliardo e mezzo di euro.
L'obiettivo è di arrivare a circa 1,4 milioni di automobili entro il
2015, quando il mercato brasiliano, a detta degli esperti, dovrebbe
raggiungere lo strabiliante volume complessivo di 4,5 milioni di unità
(3 milioni e 228mila le vendite dell’anno scorso).
Ma il motivo per correre è anche un altro: nel quarto mercato
automobilistico del mondo – Usa, Germania e Cina i primi tre nel 2010
– si sono già riversati tutti i produttori del pianeta, persino gli
indiani, e rimanere indietro nella produzione equivale a spianare loro
la strada.
Laura Ferriccioli