Dossier - Architettura verde

Il "social housing" inizia a diffondersi anche in Italia: un'edilizia a metà strada tra pubblico e privato che impiega materiali innovativi per la costruzione e usa fonti rinnovabili.

Una casa mediterranea in corsa per le Olimpiadi ecologiche

29/04/2011

Il 2012 non sarà solo l’anno delle Olimpiadi. Dieci prove, 20 concorrenti da tutto il mondo, 15 nazioni, un solo vincitore: è Solar Decathlon Europe 2012. A Madrid, in Spagna, si sfideranno il prossimo anno le case più ecologiche del mondo, in una gara di prototipi abitativi basati su sostenibilità, autosufficienza, utilizzo di materiali locali, inserimento nel paesaggio ed energia solare. L’Italia è stata ammessa per la prima volta in 12 anni alla competizione lanciata nel 1999 dal Dipartimento Energia del Governo degli Stati Uniti.

MED in Italy (www.medinitaly.eu) è il nome del team italiano che, sotto la guida dell’architetto Chiara Tonelli dell’Università Roma 3, presenterà un prototipo di abitazione pensato per recuperare la tradizione mediterranea armonizzando le tecnologie del futuro con i metodi del passato. Pensata per essere un’unità abitativa autonoma, la casa MED in Italy potrà essere utilizzata non solo come alloggio classico, ma anche come alloggio di prima accoglienza in caso di emergenze umanitarie causate da disastri ambientali o flussi migratori straordinari.

La produzione annua di energia, attraverso pannelli fotovoltaici, permetterà di avere un saldo positivo in termini tra energia prodotta (oltre 11mila kilowattora) e consumata (1900 kilowattora), tanto da arrivare in due anni a compensare l’energia primaria utilizzata per la produzione, il trasporto e l’assemblaggio dei componenti del prototipo e ad alleggerire dell'84% la bolletta elettrica. Quanto al risparmio di combustibile fossile in vent’anni, questo è stato stimato in 43,12 tonnellate equivalenti di petrolio pari a 121 tonnellate di anidride carbonica in meno immesse nell’atmosfera.

Dovrà gareggiare con progetti provenienti da Cina, Egitto, Francia, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Norvegia, Romania, Spagna e Ungheria. “Già l’essere stati inclusi nella rosa dei venti partecipanti al Solar Decathlon rappresenta una vittoria”, spiega Chiara Tonelli. “Nei 12 anni passati la nostra architettura ecologica e solare non è stata rappresentata nella competizione, mentre la progettazione statunitense e soprattutto tedesca dettavano le linee guida mondiali”.

Ognuno dei prototipi che verranno presentati al Solar Decathlon parteciperà a dieci prove, come in una vera e propria gara di Decathlon. La sfida si snoda in campo architettonico, costruttivo, in termini di efficienza e bilancio energetico, comfort, funzionalità, comunicazione, fattibilità industriale ed economica, innovazione e sostenibilità.

Gabriele Salari
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