04/08/2011
Le cause non sono comunque ancora chiare; secondo alcune ipotesi il problema
è la carenza di alcuni mediatori chimici responsabili della sensazione di
benessere. È noto che in tutti i disturbi
ossessivo-compulsivi esiste un’alterazione nel rilascio nel cervello di questo
neurotrasmettitori. Nei tanoressici l’esposizione solare è in grado di
sopperire a questa mancanza come una sorta di antidepressivo,
attivando il circuito del piacere. Al sole
infatti aumenta il tono dell’umore e cala l’ansia, ma in questo caso la terapia
è benefica in quanto controllata.
A parte la patologia psichica che accompagna queste
persone, il problema è che a essa si associano tutta una serie di patologie di
natura dermatologica, perché chi sta tante ore e per lunghi
periodi al sole oltre ad andare incontro a invecchiamento precoce della pelle,
con la comparsa di rughe a tempestargli per lo più il volto,
oltre a correre il rischio di ustionarsi anche seriamente, si espone anche al cancro
della pelle. Eppure sembra che per il
vero tanoressico è più importante trovare il modo per sedare l’ansia che
altrimenti si impossesserebbe di lui al pensiero di non essere adeguatamente
abbronzato al punto da rifiutare l’evidenza dei gravi rischi cui incorre col
proprio comportamento.
Essendo un disturbo recente la tanoressia non ha una cura definita; tuttavia
alcuni studi hanno dimostrato che si ottengono buoni risultati con un approccio
psicologico mirato a una migliore educazione della persona sui danni
provocati dal sole e con un breve trattamento di farmaci serotoninergici. In alcuni casi può essere utile una psicoterapia
cognitivo-comportamentale che consiste nell’insegnare a liberarsi dalle proprie
ansie senza comportamenti compulsivi.
Le cure non sono soltanto di pertinenza del dermatologo
che si troverà coinvolto a risolvere i danni già prodotti, ma anche dello psichiatra che dovrà indagare sulla
psiche dell’individuo cercando di scandagliare cosa ci sia dietro quel bisogno
irresistibile di apparire a tutti i costi, anche a rischio di rimetterci la pelle,
nel vero senso della parola.
Stefania Marchisio