Vacanze, viaggio nei paradisi marini

Il nostro Paese vanta 27 aree marine protette, due parchi sommersi e un “santuario” per i mammiferi marini: un “tesoro d’acqua”. Ecco alcune riserve.

Donatella Bianchi, la signora del mare

22/07/2012
Donatella Bianchi gioca con un delfino
Donatella Bianchi gioca con un delfino

Donatella, gli ottomila chilometri di coste della nostra penisola li ha percorsi, scoperti, ammirati tutti. Tanto che scegliere i luoghi più belli e preziosi da presentare nel suo ultimo libro, Le 100 perle del mare italiano (Edizioni Rai Eri Rizzoli, pagine 245, euro 21,50), è stato particolarmente difficile. «Dopo una prima scrematura ne abbiamo selezionati 250, di questi abbiamo tenuto quelli di eccellenza».
Più di una guida, il libro racconta, in maniera quasi visiva, le coste, le spiagge, le isole. Per ognuna c’è un’osservazione, una curiosità, una storia o una nota di gastronomia. Il suo approdo preferito?
«In Italia siamo circondati dalle meraviglie. Sono nata a La Spezia, perciò i miei posti del cuore sono in Liguria: il Golfo dei Poeti, le Cinque Terre, la Via dell’Amore. Adesso frequento molto la Sardegna, le Bocche di Bonifacio, Santa Teresa di Gallura. Ma come si può fare un confronto, per esempio, tra Pantelleria e Lampedusa o Panarea? Impossibile non emozionarsi ricordando le Tremiti raccontate da Lucio Dalla o Lampedusa da Claudio Baglioni».
 – Fare le vacanze nelle aree marine protette è considerato da qualcuno un’esperienza di nicchia, perché luoghi difficili da vivere. È così?
 «No, anzi, sono perfette per le vacanze riposanti e tranquille, perché non sono invase da imponenti strutture turistiche, si può alloggiare nelle case dei pescatori o in piccole pensioni. Non ci sono alberghi a varie stelle, ma si vive in una dimensione semplice ed economica, piacevole per le famiglie».
– Proteggere la natura è un limite o una risorsa per l’economia del posto?
«È una grande fortuna avere così tante aree marine protette. Si è fatto un gran lavoro di tutela e funziona bene. Per esempio alle Cinque Terre si fa il bagno circondati dai pesciolini e a Torre Guaceto l’incremento della fauna ittica è stato di oltre il 300 per cento. Queste realtà ben si conciliano con la tendenza che si diffonde sempre di più della vacanza semplice. Ci stiamo riappropriando del rapporto con la natura. Il gioco con i pesciolini non sarebbe possibile se non ci fossero le riserve. Quello che funziona meno bene è la gestione, perché non ci consente di valorizzare le potenzialità economiche di queste zone».
– Che cosa si potrebbe fare?
«Le aree marine protette sono importanti per il turismo, per esempio le isole Medas in Spagna hanno oggi un parco ricco di pesci, dove sono tornate specie che avevano abbandonato questi mari da tempo. Bene, intorno alla riserva sono sorte tante attività di servizio, per esplorare il mare e il mondo subacqueo, che hanno fatto nascere una nuova economia, in cui non c’è conflitto tra tutela dell’ambiente e sviluppo. Facciamo un esempio. Quanto vale una cernia morta? Per quanto possa essere pregiata, da viva vale molto di più, perché la sua presenza fa nascere una serie di attività collaterali che portano ricchezza. Si chiama effetto parco e dimostra che la tutela funziona, anche dal punto di vista economico. Che il merito vada alla protezione e non ad altri fattori è dimostrato da quello che accade nelle Bocche di Bonifacio, striscia di mare che divide la Sardegna dalla Corsica. Da noi la cernia bruna è rara, si trova solo a grandi profondità. Scappa. Invece in Corsica è presente in gran numero. Per vederla hanno organizzato un’intensa attività subacquea, che dà lavoro a tante persone. Eppure ci sono solo tre miglia di distanza, è lo stesso mare, uguale morfologia e fondali». 
  

Il libro della conduttrice di Linea blu
Il libro della conduttrice di Linea blu

– Quest’anno Lineablu dedica ampio spazio all’esplorazione del mondo sommerso. Come si affronta l’attività subacquea nelle aree protette? Tutti possono fare immersioni?
«Ci sono molti modi per andare sott’acqua. C’è quello di chi vuole fare sempre nuove scoperte e quello semplice, tranquillo. Mi rivolgo alle persone comuni, come me, che possono fare attività subacquea anche praticando semplicemente lo snorkeling, sottocosta. Pagaiando in canoa e portando con sé pinne maschera si può scoprire un mondo bellissimo. Certo, non è così dovunque, ma nelle aree marine protette questo è possibile».
– Lei cita spesso una frase di Jean-Jacques Cousteau: «Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti sul mare non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima».
«Già, vorrei averla scritta io».
– Come è nato il suo intenso amore per il mare?
«Quando ho cominciato a lavorare per la trasmissione televisiva. Prima l’avevo subìto, perché tutta la mia famiglia adorava il mare: mio nonno era maestro d’ascia, mio padre lavorava in un cantiere navale, mio fratello frequentava un circolo di vela, mia sorella faceva regate. E così io li seguivo, quasi per obbligo. Poi da grande ho scoperto un altro mare, ho fatto esperienze straordinarie, come quando ho trascorso una notte a bordo di un peschereccio per la cattura del pesce spada».
– I suoi figli condividono questo trasporto?
«Da piccoli mi hanno seguito nell’attività subacquea. I bambini sono affascinati dal mondo sommerso. Adesso con Pierluca, che ha dieci anni, vado a pescare. Io e lui da soli con il gommone. Prendiamo pesciolini da frittura, niente di importante, ma ci divertiamo, è una cosa che ci lega molto. Federica ha 20 anni, va in vacanza con gli amici, le piace viaggiare, cambia meta, ma sceglie sempre isole o coste».

Rosanna Precchia
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