08/04/2012
Rivotorto, nelle vicinanze di Assisi.
Lasciata la chiesa, ci aspetta la tappa più impegnativa dell'itinerario, sia per la lunghezza (10 chilometri) che per il dislivello, perché si abbandona la pianura per salire alle pendici del monte Subasio e, infine, perché se si è partiti all'alba, ora saranno le ore più calde del giorno.
Si torna indietro fino al ponte sul torrente Tescio e si prende poi Via dell'Isola Romana, il nome originario di Bastia. Il borgo era sorto infatti su un fazzoletto di terraferma circondato dall'acqua e dagli acquitrini dell'ormai estinto Lago Umbro. Bastia era chiamata all'epoca “Insula Romana” e isolani erano i suoi abitanti. Le fortificazioni che giustificano il nome attuale verranno costruite solo solo nel XIV Secolo.
Il lungo cammino su viali bordati di querce secolari è piacevole per la vista di Assisi, che ci accompagna a lungo, e per quella di Santa Maria degli Angeli. Non solo, si passa per luoghi francescani importanti. Si incrocia, ad esempio San Salvatore delle Pareti, un antico ospedale del 1193. Si racconta che San Francesco morente, trasportato da Assisi alla Porziuncola, fece girare verso monte la lettiga su cui era steso e guardando la città la benedisse.
Avanziamo in direzione di Rivotorto, dove però non andiamo a visitare il Santuario e quella che fu la prima dimora di Francesco e i suoi frati, un tugurio posto accanto a un ruscello “torto”. La chiesa attuale è del XIX Secolo. Dopo un po' di incroci e di svolte dobbiamo affrontare la salita seguendo la piccola stradina del Fosso delle Carceri, da cui si intravede l'Eremo omonimo, uno dei più noti a ragione di quelli francescani, annidato in una fenditura del monte Subasio.
L'ex monastero di Sant'Angelo in Panzo.
La vera sorpresa del Cammino di Chiara è in agguato quando arriviamo all'ex monastero di Sant'Angelo di Panzo, la comunità che accolse per pochi giorni la giovane Santa Chiara, da cui scrisse una lettera alla sorella Caterina (prenderà poi il nome Agnese) invitandola a unirsi all'Ordine.
Il posto è di una pace sorprendente ma rimane solo la chiesetta di San Michele arcangelo in una proprietà privata, ricostruita dopo che un terremoto ha distrutto quella originale. Se si ha la fortuna di trovare la custode, la signora Rita, si può pregare in un posto straordinario e anche dissetarsi con dell'acqua di una sorgente che una volta dissetava tutta Assisi e che si trova nel cortile della proprietà.
Gabriele Salari