08/03/2012
Per un lavoro di pari valore, le donne nell'Unione europea guadagnano in media il 17% in meno.
Nell'Unione europea sono 97 milioni le donne con un lavoro, ma in media guadagnano il 17 per cento in meno degli uomini. Il divario salariale legato al genere, e la sua riduzione, sono i principali temi sui quali le istituzioni di Bruxelles hanno concentrato la loro attenzione in occasione della Giornata internazionale della donna del 2012. Non è un problema che riguardi solo le donne al lavoro: in conseguenza del gap salariale, anche le pensionate percepiscono pensioni più basse, e più degli uomini sperimentano perciò la povertà in età avanzata.
Benchè le lavoratrici abbiano qualifiche uguali o migliori dei lavoratori, spesso le loro capacità sono considerate meno e le loro carriere procedono più lentamente. La mancata parità nel reggere la gestione della famiglia, poi, determina per le donne maggiori interruzioni dei periodi di lavoro e un ricorso molto più frequente al part time. Molte donne sono occupate in settori meno retribuiti: oltre il 40 per cento delle europee lavorano negli ambiti della salute, dell'educazione e della pubblica amministrazione, che rappresentano campi meno pagati di altri nei quali la prevalenza è fortemente maschile.
Il divario comincia già all'università, dove è vero che il 55% degli studenti sono studentesse, ma queste ultime rappresentano una minoranza nelle facoltà scientifiche, informatiche e ingegneristiche. Il che le porterà a essere meno presenti nei lavori scientifici e tecnologici, con il risultato che si riverseranno in settori dell'economia meno valorizzati e meno pagati.
I piani strategici dell'Unione europea si propongono di arrivare al 2020 con un tasso di occupazione del 75% sia tra gli uomini che tra le donne, nella fascia d'età compresa tra i 20 e i 64 anni. Percentuale dalla quale l'Italia è lontanissima, visto che il suo tasso di lavoro femminile del 47,1% (già bassissimo rispetto alla media europea) si è di nuovo abbassato in conseguenza della crisi. Ma la Ue è anche decisa ad aumentare gli sforzi, delle proprie istituzioni e degli Stati membri, per ridurre il gap salariale legato al genere.
Quanto ai cittadini d'Europa, in un sondaggio realizzato nel gennaio 2012 da Eurobarometro (un servizio d'indagine della Commissione europea) hanno indicato alcune misure necessarie per ridurre il divario retributivo tra donne e uomini. Nell'ordine: facilitare un accesso uguale a ogni tipo di impiego, per esempio quello di uomini ai lavori sociali e di donne a professioni scientifiche e informatiche; imporre multe alle aziende che non rispettano l'uguaglianza di genere, ad esempio in retribuzioni e promozioni; pretendere tabelle salariali trasparenti nelle imprese.
Rosanna Biffi