La famiglia, vera risorsa della società

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Belletti: "E' necessario che le famiglie interagiscano con la società".

24/06/2010

Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari e del Cisf.
Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari e del Cisf.

Il professor Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari e direttore del Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) nella sua relazione intitolata "Un cittadino di nome famiglia...le politiche familiari" ha messo in sinossi la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo del 1948 con la situazione attuale, facendo rilevare che «già nel 1948 la famiglia veniva indicata come uno degli ambiti di vita qualificanti l'integrità, l'inviolabilità e la dignità di ogni essere umano, in particolare all'art. 12 la famiglia era inserita all'interno di quella sfera di intimità che è essenziale per proteggere il cuore della libertà e della dignità di ogni persona», domandandosi però al contempo «quanto di questo valore è ancora difeso dal contesto sociale, in una società frammentata ma ipercontrollata, con sistemi di comunicazione che sono pervasivi e quotidiani» e quanto «la sovraesposizione della vita privata che viene messa in scena in tante trasmissioni anche di grande ascolto sia coerente con quanto solennemente affermato da tale articolo».

La Dichiarazione del 1948 contempla una serie di principi oggi messi in discussione: «La postmodernità ha messo in discussione la radicale diversità del genere umano in uomini e donne, che la Dichiarazione riconosceva senza argomentazioni e assumeva con piena ragione come "naturale", un po’ come la nostra Costituzione all'art. 29; ma anche gli "uguali diritti": permane, in molte nazioni e in molte culture, una inaccettabile disparità di trattamento e di diritti tra uomini e donne».

E che dire poi della famiglia come "nucleo naturale e fondamentale con il diritto a essere protetta dalla società e dallo Stato"? «Quanto è oggi ancora condivisa questa affermazione», si è chiesto Belletti, «e quanto i sistemi pubblici si sforzano di attuare la seconda parte della citazione?», concludendo che «a leggere la situazione del nostro Paese, ne siamo ben lontani!».

La relazione si è poi soffermata sulla Carta dei Diritti della Famiglia, promulgata dalla Santa Sede il 22 ottobre 1983, che approfondiva e dettagliava quanto la Dichiarazione non aveva potuto esplicitare. «Leggere oggi queste indicazioni», ha detto Belletti, «sorprende ancora per la loro attualità e per la loro "laicità", dall'art. 12 sui "movimenti migratori" e il ricongiungimento familiare, articolo che sfida e giudica l'intera politica degli ultimi 25 anni del nostro Paese, all'art. 4, sull'accoglienza alla vita, che drammaticamente oggi è valore ben poco condiviso, all'art. 3, con quella indicazione conclusiva sulla "non discriminazione delle famiglie numerose" che sembrerebbe anacronistica, ma che contestualizzata nello scenario politico, sociale, culturale e fiscale del nostro Paese ci fa dire che invece è proprio vero che essere famiglie numerose nel nostro Paese è una indubbia situazione di svantaggio».

Belletti si è poi soffermato sull'identità sociologica della famiglia facendola ritrovare, ancor oggi in piena temperie culturale certamente non "family-friendly", in quattro elementi costitutivi: 1) luogo di incontro e mediazione tra sessi, generazioni e stirpi; 2) ambito primario di educazione personale e sociale; 3) luogo dell'appartenenza, reciprocità, responsabilità reciproca, cura e 4) luogo di rilevanza sociale, cioé produttore di capitale umano e sociale, valore aggiunto per la persona e la società.

«La famiglia quindi», ha incalzato il Presidente del Foum, «è necessariamente un sistema aperto, non può giocarsi soltanto sulle proprie dinamiche interne. L'esperienza familiare è inevitabilmente incrociata con quel che succede all'esterno, nel bene e nel male, come sfide e come opportunità, come condizionamenti ma anche come potenzialità. Essa dunque dà e riceve nello stesso tempo». Come esempio di questa necessaria osmosi tra il "dentro" e il "fuori" della famiglia, Belletti ha citato la differenza tra famiglie che vivono in un paese nel quale le politiche fiscali non tengono conto dei carichi familiari e quelle ove vige invece un sistema  fiscale a misura di famiglia: vivrà decisamente peggio la prima.

Se «il nemico primo dell'esperienza familiare oggi è allora l'isolamento, l'autoreferenzialità e il corporativismo, qual è il compito della famiglia?», si è chiesto il docente. «Potremmo sinteticamente definirlo come  la promozione dell'umano, la tutela della dignità della persona, la rigenerazione dell'umano». Sarà necessario in definitiva che le famiglie acquistino «una chiara consapevolezza del proprio ruolo sociale, della propria responsabilità pubblica, della propria soggettività autonoma di fronte all'agire degli altri sottosistemi politici, amministrativi, economici».

Dossier a cura di Stefano Stimamiglio
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