30/07/2012
Un termine sintetico
che prova a spiegare
uno tra i problemi
emergenti della
società attuale:
“adultescenza”.
Si tratta di un
neologismo applicato
a tutti coloro che,
pur avendo
raggiunto
biologicamente l’età
adulta, presentano
un’identità con tratti
adolescenziali.
Una doppia analisi,
psicologica
e giuridica,
aiuta a capirne
le specificità.
Con Adultescenza abbiamo voluto indicare una
complessa serie di fenomeni psicologici, antropologici,
sociologici e i loro risvolti giuridici, che
riguardano oggi un numero crescente di adulti e contesti
familiari nei Paesi sviluppati. Nella cultura anglosassone
sono stati definiti kidult, ovvero bambini (kid) –
adulti (adult); il termine cominciò a circolare negli Stati
Uniti già negli anni Ottanta, quando si diffondevano i
primi articoli scientifici sulla cosiddetta “Sindrome di
Peter Pan” e, nel 1983, veniva pubblicato l’omonimo libro
di Dan Kiley. Gli psicologi francesi li hanno chiamati
adulescent (contrazione dei termini adulte e adolescent):
riferimento scientifico sono gli scritti di Tony Anatrella.
Riferimento culturale è il film Tanguy: un ragazzo brillante
ha tutto ciò che gli serve, ma non vuole lasciare la
casa dei genitori, nonostante essi facciano di tutto per
cacciarlo. Ciò che si cerca di definire, è la commistione,
in una persona che ha superato la soglia dell’età evolutiva
secondo la legge e il comune sentire sociale, tra caratteristiche
adulte e adolescenziali.
Maria Beatrice Toro e Maria Giovanna Ruo