30/07/2012
In Europa il sistema
giuridico delle relazioni
familiari si sta riorganizzando
intorno alla tutela
dei diritti fondamentali
delle persone e, in particolare,
dei soggetti vulnerabili.
Nel nostro Paese vi
sono alcuni timidi e non
sempre ben riusciti tentativi.
Ne è esempio la normativa
sull’affidamento
condiviso, che intende
preservare ai figli minori
l’apporto paritetico di entrambi
i genitori anche
quando non vi è, o non vi
è più, convivenza tra loro.
Sebbene il percorso sia
ancora lungo e complesso
e presupponga il convergere
di diverse volontà e
sensibilità, il senso di responsabilità
sociale che
accomuna gli addetti ai lavori,
cui non è estraneo il
dettato del II comma
dell’art. 4 della nostra Costituzione,
sta sospingendo
verso riforme che eliminino
le residue incongruenze
con il dettato costituzionale
e rendano
aderente il sistema di diritto
delle relazioni familiari
alla normativa convenzionale
e alle indicazioni europee.
Tuttavia i problemi
della diffusa immaturità,
dell’“adultescenza”,
non si risolvono (solo)
con le pur necessarie modifiche
legislative. È importante
il convergere di
diversi fattori, tra cui non
ultima una mutata prospettiva
di preparazione
alla vita adulta e all’assunzione
delle connesse responsabilità.
Bisogna pensare
anche in termini di
formazione preventiva.
Gioverebbero anche
una pastorale familiare
volta alla forte sottolineatura
del matrimonio quale
sacramento, e una riflessione
severa sul fatto
che lo stesso non è soltanto
secundum naturam. Un
rapporto d’amore destinato
a durare tutta la vita, a
crescere con le persone
che ne sono protagoniste,
a modificarsi con loro, in
un contesto sociale e valoriale
diffuso che fornisce
indicazioni profondamente
diverse, pretende preparazione
e attenzione
rinnovate, anche in ragione
dei nuovi fenomeni sociali
che ne costituiscono
condizionamento.
Così come gioverebbe,
nella pastorale diretta ai
separati e ai divorziati,
nonché a coloro che con
gli stessi operano a diverso
titolo, mantenere fisso
l’obiettivo primario della
tutela dei figli, soprattutto
se minori di età.
Maria Beatrice Toro e Maria Giovanna Ruo