18/10/2011
Finiscono in tribunale
la maggior parte dei casi
di crisi nel delicatissimo
momento di passaggio o
semplicemente si apre in
famiglia una crisi relazionale
che, a volte, passa di
generazione in generazione,
supportata dal dissidio
patrimoniale.
La mediazione, invece,
offre una validissima alternativa
che sembra perfetta
ad accogliere e dirimere
il conflitto in quanto è
in grado di accogliere
non solo la domanda rispetto
al “quanto” come
bene, ma soprattutto di
ascoltate il bisogno rispetto
alla “mancanza” come
relazione.
Il percorso che oggi offre
la legge, consente alle
parti di trovare uno spazio
e un tempo dove raccontare
al mediatore i motivi
del conflitto non solo
come pretesa economica
ma soprattutto di trovare
accoglienza rispetto a ciò
che la pretesa sottende.
Infatti negli incontri separati
che prevede il percorso
di mediazione, le parti
parlano e si raccontano in
totale riservatezza e il mediatore
garantisce l’imparzialità
e decide i tempi
che una questione complessa
come quella successoria
richiedono.
L’avvicinamento che si
costruisce con le tecniche
mediative e con l’abilità
relazionale del mediatore
aiuta la costruzione di un
ponte relazionale, mattone
dopo mattone, trovando
motivi per iniziare a
pensare di ritornare a parlare,
di trovare soluzioni
da discutere e condividere,
di ricreare legami.
Il potere della mediazione,
soprattutto in conflitti
come quello generazionale,
è quello di lavorare
sul far sperimentare alle
persone l’ascolto attivo
e la presa in carico di tutto
quanto di emotivo accompagna
un percorso
dove il conflitto è impre-gnato di cose non dette e
soprattutto di emozioni e
sentimenti non espressi e
tanto meno agiti. Pur non
essendo uno strumento
psicologico, la mediazione
è in grado, attraverso i
suoi professionisti, di contenere
quella parte profonda
e sconosciuta che,
in caso di percorso giudiziario,
viene tralasciata e
che nei conflitti generazionali
è sempre la più cospicua
e dove sempre ci
sono le ragioni e i motivi
del contendere.
La mediazione
dà voce ai silenzi e
spazio alla fatica di andare
avanti con l’equi-vicinanza
del mediatore, la
sua positiva proposizione
e abilità comunicativa.
La successione ereditaria,
sia che possa essere attuata
in vita, sia che debba
avere luogo dopo, necessita
di un momento e
un luogo di decisione.
Cesare Bulgheroni, Lalla Facco