18/10/2011
Ciò che connota, come è immediatamente evidente,
queste controversie è la natura dell’oggetto del contendere
e la qualità dei contendenti.
L’oggetto del contendere riguarda il patrimonio che
è stato accumulato dalla famiglia nel corso di una generazione,
ovvero dalle generazioni precedenti, al momento
del passaggio alla generazione che segue. Può
trattarsi non solo di beni materiali, mobili o immobili,
ma anche di beni di natura immateriale, come è nel caso
dell’azienda di famiglia.
Al momento del passaggio generazionale, il valore
del patrimonio può essere completamente conservato
se vi sia un solo discendente, fatte salve le decisioni di
quest’ultimo. Sussistono problemi di conservazione, invece,
quanto più sono i discendenti o, in caso di successione,
gli eredi. In
quest’ultimo caso, come è
ovvio, si pone uno sforzo
di riflessione per salvaguardare
il valore del patrimonio
comune. La divisione,
se non ben condotta,
può comportare pregiudizi
apprezzabili e notevoli.
Addirittura, anche
il venir meno dei beni immateriali
come, per esempio,
un’azienda.
Quanto ai contendenti,
si tratta di norma, di fratelli
e sorelle, germani o unilaterali
che siano; in inglese
si usa il termine siblings
o sibs. Purtroppo in questi
contesti, più che altrove,
le risorse vengono sempre
percepite come scarse,
per quanto grandi possano
essere le ricchezze.
Questa percezione soggettiva
determina condotte
di negoziato spesso di natura
avversariale con pregiudizio
tanto della relazione
quanto della salvaguardia
dei valori.
I fatti ereditari sono stati
sino a questo momento
tema alquanto negletto
dagli studi sulla famiglia
in area psicosociale. Tuttavia
queste vicende hanno
un notevole impatto sulle
famiglie. L’indagine giuridica,
al contrario, ha concentrato,
specie da ultimo,
discreta attenzione ai
temi relativi alla successione
ereditaria e al trasferimento
del patrimonio familiare
tra le generazioni.
La materia necessita,
però, di un approccio interdisciplinare.
Cesare Bulgheroni, Lalla Facco