18/10/2011
È necessario creare un
ambiente dove ciascun
membro della famiglia si
senta considerato, accolto
e ascoltato, e venga a conoscenza
di quello che è
il posto che occupa all’interno
dell’intreccio della
storia familiare. Un ambiente
in cui possono essere
invitate anche le persone
estranee, ma che risultano
significative per le relazioni
familiari.
Uno spazio neutro e sicuro
in cui possa essere ricostituita
un’adeguata comunicazione
per diminuire
le possibilità di conflitto,
superare gli ostracismi
e altre terribili dinamiche.
Ricostruire la fiducia
è fondamentale per far riprendere
la possibilità del
dialogo. Ci si rende conto
che questo percorso non
è affatto facile, e richiede,
di norma, una terza parte
che abbia esperienza del
“comunicare familiare” e
delle dinamiche di questo
contesto.
Una terza parte che
consenta di condividere
regole di base e un’agenda
del negoziato, e di rendere
chiari obiettivi di discussione,
percezioni di
giustizia, differenti significati
sugli oggetti e opzioni
di distribuzione.
Come specificato all’inizio
di questo contributo,
il decreto legislativo 4
marzo 2010 n. 28 introduce
uno spazio importante
in questo contesto, offrendo
alle famiglie una possibilità
concreta di affrontare
e superare in maniera
produttiva i conflitti ereditari,
senza onerosi percorsi
giudiziari e lacerazioni
relazionali e affettive, ma
attraverso accordi condivisi
e un percorso nel quale
poter rigenerare i legami
familiari integrando e aggiungendosi
alla più conosciuta
“mediazione familiare”
che si pone l’obiettivo
di aiutare le famiglie in
percorsi di separazione.
Cesare Bulgheroni, Lalla Facco