19/05/2011
Come abbiamo avuto
modo di constatare nei paragrafi
precedenti, nella
rappresentazione mediatica
dell’identità femminile
la connotazione della donna
oggetto, nelle sue varie
forme, è ancora piuttosto
dominante.
In base a come tutti i
mezzi di comunicazione
ne parlano, le donne italiane
sono diventate più smaliziate
e aggressive rispetto
alla possibilità di emergere
o di ottenere benefici,
grazie a un uso sapiente
della loro avvenenza e della
loro femminilità. E l’immagine
femminile veicolata
dai media risulta ancora
troppo fortemente condizionata
dagli stereotipi legati
all’identità, di facile
presa della donna oggetto.
Certamente sono necessarie
iniziative valide
per la promozione di una
corretta cultura della comunicazione
sulla donna,
attenta alla sua specificità,
consapevole della sua complessità,
rispettosa del suo
diritto alla non discriminazione.
In questa direzione,
può essere utile rafforzare
l’autoregolamentazione
che, pure, non manca all’interno
dei media, in particolare
nei comparti della
pubblicità, dell’informazione
e dello spettacolo televisivo,
cui si è fatto ampio
cenno in questa sede;
tale rafforzamento è da intendersi
soprattutto nella
direzione di una più efficace
azione di vigilanza e di
controllo rispetto alle norme
che già esistono, non
nella preoccupazione di
aggiungere ulteriori carte
a quelle in vigore.
È anche possibile un uso
dei media – e della televisione
in modo particolare
– che consenta di valorizzare
l’immagine della donna
e di rafforzarne una corretta
rappresentazione. E
non bisogna dimenticare
che tutti noi, in quanto
spettatori, ascoltatori, lettori
o internauti, siamo i primi
a dover pretendere dai
media verità e correttezza
nella connotazione dell’immagine
femminile nei
suoi vari ruoli, senza accontentarci
di stereotipi tanto
efficaci quanto strumentali
e degradanti.
Marco Deriu