16/02/2011
Un tempo si diceva, con sollievo, che i ragazzi italiani, se confrontati con i coetanei stranieri, erano meno toccati dal vizio dell’alcol. Non è stato così negli ultimi 10 anni. Cresce il consumo anche tra i ragazzi più giovani e c’è una forte crescita di consumo di alcolici fuori pasto tra gli adolescenti. Dal Nord Europa è arrivata anche una moda pericolosa, il binge drinking: si beve in una sola serata o in una festa una quantità smodata di alcol col puro fine di ubriacarsi.
Secondo una mappatura proposta dall’Istat, i comportamenti rischiosi riguardano due fasce d’età distanti: anziani dopo i 65 anni e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. «Ma gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili», mette in guardia Antonello Vanni in Adolescenti tra dipendenze e libertà (San Paolo), «perché quanto prima un individuo inizia a bere, tanto più rischia di sviluppare problemi connessi all’alcol negli anni successivi. Secondo alcune indagini i giovani che iniziano a bere prima dei 15 anni corrono il rischio quattro volte maggiore di diventare alcolizzati rispetto a quelli che iniziano a 21 anni».
Inoltre occorre considerare il fatto che acuisce i rischi: nel corpo degli adolescenti non sono ancora presenti gli enzimi utili a “digerire” l’alcol, condizione peggiorata nelle ragazze dal fatto che la dotazione enzimatica nel loro caso è la metà di quella a disposizione dei coetanei maschi e che la loro minore massa corporea e di liquidi rende più difficile diluire l’alcol.
Renata Maderna