Nuovi scenari per l'adozione internazionale

Secondo i dati più recenti nel nostro Paese le adozioni internazionali diminuiscono del 20%. A giugno il primo meeting degli adulti adottati.

Il Ciai e il primo meeting degli adulti adottati

03/05/2013

«Non siamo adottifici. Ci siamo presi una responsabilità sulla vita dei bambini e sulle famiglie che li accolgono. Non dobbiamo fare adozioni a tutti i costi, ma solo adozioni nel miglior modo possibile». Paola Crestani, presidente del Ciai-Centro Italiano Aiuti all’Infanzia (www.ciai.it), legge con lucida serenità i dati delle adozioni internazionali pubblicati dalla Cai.

In occasione della propria assemblea annuale, che si è svolta a Cervia nel week end del 19-21 aprile con una tre giorni di conferenze e dibattiti, la storica associazione ha coinvolto anche le “sue” famiglie, un universo numeroso e multietnico che appare la migliore risposta possibile a chi vede il settore dentro a una crisi inesorabile.

Il punto di vista del Ciai, con la sua esperienza che comincia alla fine degli anni Sessanta con le prime adozioni, è una buona cartina di tornasole per guardare avanti, verso le grandi questioni emergenti nel settore.

«C’è un calo delle disponibilità ad adottare? E’ un dato che non sorprende, considerate le maggiori risorse richieste oggi alle coppie che si avvicinano all’adozione», spiega Crestani. «I bambini adottabili, nel mondo, sono davvero i più vulnerabili. Hanno vissuto molte esperienze traumatiche, tante privazioni legate alla povertà, sono grandicelli. Per la buona riuscita dell’incontro con i loro futuri genitori, e poi dell’adozione stessa, sappiamo che è necessario lavorare intensamente nella preparazione della coppia ma sempre più anche del bambino. E poi garantire un accompagnamento successivo capillare: per quanto ci riguada, intensificando il servizio presso le sedi territoriali».

L’ente sta sperimentando con successo un percorso di affiancamento psicologico per le mamme adottive, per le quali esiste – esattamente come per le madri biologiche - la possibilità di una depressione legata alle nuove responsabilità genitoriali, allo stravolgimento delle abitudini di vita, alle tante “prove” psicologiche di questa nuova fase.

Ma il grande bacino delle famiglie Ciai offre anche uno straordinario panorama su chi sono gli adottati adulti: i ragazzi accolti quaranta, trenta, vent’anni fa che oggi, a loro volta, hanno "fatto famiglia" e sono un pezzo d’Italia troppo spesso ignorato. Per questo l’associazione ha lanciato, dall’assemblea di Cervia, un invito a tutti gli uomini e le donne adottati – con l’adozione nazionale e internazionale – per ritrovarsi al primo Meeting degli Adottati Adulti che si terrà a Bologna il prossimo 22 giugno. Un’occasione che li rende per la prima volta protagonisti, con le loro storie e le loro famiglie, a raccontare la loro speciale esperienza di vita.

Benedetta Verrini
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