Dislessia, approvata la legge

Il testo tutela i 350 mila studenti che soffrono di disturbi dell'apprendimento. Stanziati due milioni di euro. Alcune testimonianze di genitori con figli dislessici.

I genitori di figli dislessici raccontano...

14/10/2010

I genitori di un bambino con difficoltà dovute alla dislessia hanno una storia comune e tutti quanti, a modo loro, hanno dovuto passare attraverso: la scoperta del disturbo del proprio figli;  la certezza dopo la diagnosi; la scelta della terapia; la reazione di familiari e amici; l’ansia per gli insuccessi scolastici; le incomprensione degli insegnanti. Riportiamo di seguito le testimonianze di mamme e papà nella certezza che con questo testo di legge molte cose possano cambiare e portare serenità nelle famiglie spesso inutilmente spaventate (Orsola Vetri).


Mio marito non l'ha presa serenamente
«Ho scoperto assolutamente per caso che mia figlia era dislessica, prima non sapevo neanche che cosa fosse la dislessia quando Margherita era in terza elementare.  Continuava a fare errori, a mio avviso, assolutamente senza senso (invertiva le lettere scrivendo, inventava le parole quando leggeva, non riusciva a scrivere nè diritto nè dentro i quadretti). Parlando con mia cognata, che aveva scoperto la dislessia di suo figlio solo in terza media, ho seguito con serenita’ il suggerimento di portarla da una logopedista. La diagnosi è stata immediata: anche se non in  forma gravissima il problema c’era. E’ stato quasi un sollievo, sotto questa nuova luce si spiegavano un sacco di cose “strane” che Margherita faceva. Mio marito, non l’ha presa cosi’ serenamente. All’inizio, infatti, si innervosiva molto quando ne parlavo con parenti ed amici, quasi fosse una cosa di cui vergognarsi. In realtà il confronto con gli altri e’ stato molto utile sia a sdrammatizzare sia a capire il fattore  ereditario  della “malattia”. Le maestre della mia figlia maggiore, persone squisite, hanno però  assolutamente ignorato il problema. Sicuramente hanno pensato che fossero solo “fisime” e si sono ben guardate dal concedere un appuntamento per parlare con la logopedista. Quando e’ successa la stessa cosa con la seconda figlia ero preparata. Anche la sua insegnante diceva di esserlo sull’argomento ma niente è cambiato, nè nella valutazione scolastica, nè nell’approccio di insegnamento».

Arianna


Speriamo che la legge obblichi gli insegnati ad aggiornarsi
«I miei figli hanno 10 e 9 anni. La loro dislessia è stata diagnosticata quando entrambi erano  rispettivamente in terza e in prima elementare. Gli ostacoli maggiori li ho trovati con le maestre di Sofia perchè applicano la circolare ministeriale solo quando vogliono loro e in malo modo. Inoltre le nonne hanno fatto molta fatica ad accettarlo. Ho trovato fastidiosi anche tutti i commenti delle varie mamme tipo "adesso la dislessia è di moda", oppure " ma si cosa vuoi che sia". Quando abbiamo spiegato a Sofia e Giorgio cosa avevano hanno riacquistato la loro autostima e hanno smesso di sentirsi stupidi. Certamente anche per noi genitori è stato faticoso accettare le loro difficoltà ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di capire come aiutarli al meglio. Le persone che ci hanno Aiutato di più a capire ed accettare sono state le logopediste. Certamente la legge è un passo avanti; l'unica cosa che arriva in forte ritardo rispetto alla realtà  scolastica per cui i professori dovrebbero essere già formati. La realtà è che le persone più formate, generalizzando, sono le maestre delle elementare, mentre più si va avanti (medie, liceo) e meno sono formate. Speriamo che questa legge dia lo stimolo alla classe docente  per aggiornarsi su questo problema».
Paola 


Non mi pare chi mio figlio si senta in alcun modo discriminato
«Mi sono resa conto presto della dislessia di Luca, all’inizio della seconda elementare, e stupidamente mi sono affidata alla scuola che mi aveva assicurato che i bambini segnalati sarebbero stati valutati con un test specifico entro fine anno. Per un disguido (!) il test di mio figlio è saltato, quindi siamo arrivati a metà terza per decidere, io e l’insegnante (che naturalmente non ha una formazione che le permetta di valutare correttamente il problema), di provare a sentire un logopedista. L’ostacolo principale per me è stato capire a chi rivolgermi e scegliere la persona giusta per la logopedia e la struttura più indicata per la valutazione medica (fondamentale per attesatare ufficialmente il problema). Mio figlio mi è sembrato molto sollevato per il fatto che ci siamo finalmente resi conto del problema e del suo disagio. Non mi pare che si senta in alcun modo discriminato, sembra anzi più sicuro e sereno da quando ha iniziato la logopedia. Non vorrei esagerare, ma noi…sì, soffriamo un po’, soprattutto perché ci rendiamo conto che il suo percorso, scolastico e non, sarà più difficile e faticoso. Va detto che ormai la dislessia è così diffusa che c’è molta disponibilità da parte degli insegnanti e della scuola, e questo aiuta sia sul piano psicologico sia su quello pratico».
Isabella  


Ora che Tommaso ha iniziato le superiori ho paura
«Sono dislessica, figlia di una mamma dislessica... e sapevo di esserlo già 40 anni fa quando ho iniziato la scuola elementare perchè i miei, in quanto insegnanti, si occupavano di didattica dell'apprendimento e apparivano i primi studi e le prime discussioni  sull' argomento anche in Italia. Non è stata semplice  ma me la sono cavata, così quando mio figlio Tommaso ha iniziato la prima elementare sono stata in campana e dai suoi quaderni ho capito che anche lui aveva questo disturbo. Ne ho parlato coi maestri e la pedagogista della scuola, abbiamo fatto la diagnosi ed è risultato ciò che sospettavo: disgrafia, disortografia e lieve discalculia. La scuola elementare e media per quella che è stata la mia esperienza, in presenza di una diagnosi e di una certificazione, è stata attenta alle esigenze di mio figlio tanto che per lui, che è perfettamente consapevole del problema, non è mai stato un dramma andare a scuola. Ora che ha iniziato la scuola superiore ho paura, e questa è una paura da madre e da insegnanate di scuola superiore, credo che i problemi ci sarannp. Innazitutto perchè aumentano le difficoltà legate allo studio e, poi, perché, la scuola superiore, e sopratutto i licei, non sono ancora pronti. Non in tutte le scuole superioriori esistono infatti referenti alla dislessia capaci di filtrare le informazioni ai docenti della classe; quindi grande soddisfazione per l'approvazione  della legge che mi tutelerà di più sia come madre sia come insegnante».
Paola

Dossier a cura di Orsola Vetri e Simone Bruno
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