Il nemico ti siede accanto

In una settimana ben cinque omicidi di donne da parte di ex partner. La violenza di chi non accetta i rifiuti e gli abbandoni è sempre diffusa. Ma si può e si deve affrontare.

Una violenza che viene da chi conosci

14/05/2013

La lista delle donne uccise, ferite o picchiate sevaggiamente per mano di uomini loro fidanzati, compagni, mariti o ex è sempre aperta. Difficile in realtà leggere i dati di questo tragico fenomeno poiché bisognerebbe poter valutare se si tratta di un escalation di casi o un di aumento di denuncie. Certo è che durante questo mese in una settimana la cronaca ha raccontato ben cinque fatti di femminicidi. Ma al di là dei numeri ciò che spaventa è che, nonostante l'allarme e la denuncia sociale, resta viva la mentalità di certi uomini incapaci di accettare un rifiuto o un abbandono.

Gli assassini o i violenti non sono sconosciuti per la donna. Sono ex mariti, ex fidanzati o corteggiatori respinti e spesso la violenza estrema si è manifestata dopo persecuzione e minacce da parte di questi uomini e nonostante la denuncia delle vittime.

L'Osservatorio Nazionale Stalking ricorda infatti le molte persone che hanno perso la vita per una separazione non accettata, per un rifiuto, per le dinamiche solite dello stalking. Le vittime sono partner, ex partner, conoscenti e familiari. Il movente di chi le ha uccise è spesso legato all'incapacità di accettare una separazione, un abbandono, un rifiuto. Ma la cosa più grave è che in oltre il 50% dei casi ci sono stati chiari prodromi di stalking e violenza. Eppure la spirale dell'orrore, denuncia l'osservatorio, non è stata fermata in tempo.

Sulla stessa linea anche i dati dell'Associazione Telefono Rosa riguardanti il 2012, resi noti a marzo e tra i rari numeri che abbiamo in Italia sul fenomeno degli omicidi e delle violenze. Confermano che la violenza si scatena quasi sempre tra le mura domestiche, all'interno di un rapporto affettivo o sentimentale. L'autore è dunque il marito (48%), il convivente (12%) o l'ex (23%), un uomo tra il 35 e i 54 anni (61%), impiegato (21%), istruito (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Non fa uso particolare di alcol o di droghe (63%). Insomma, un uomo "normale". Così come normale è la vittima: una donna di età compresa fra 35 e 54 anni, con la licenza media superiore (53%) o la laurea (22%); impiegata (20%) o disoccupata (19%) o casalinga (16%), con figli (82%).

La maggior parte delle violenze continuano ad avvenire in casa
, all'interno di una relazione sentimentale (84%), in una famiglia senza apparenti problemi. L'atto non è mai isolato ma è costante e continuo (81%) e non finisce con la chiusura del rapporto ma si protrae anche dopo, spesso con un atteggiamento persecutorio (stalking). La violenza fisica aumenta dal 18% al 22%, ma si accompagna sempre a violenza psicologica, minacce, violenza economica. Sale, dal 13% al 18%, la percentuale di donne che ammettono che la debolezza le ha spinte per anni a sopportare la situazione (il 35% da uno a 5 anni, il 34% da 5 a 20 anni e il 12% per oltre 20 anni), mentre diminuisce dal 14% all'11% la convinzione di tollerare la violenza per amore.

Orsola Vetri (a cura di)
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Postato da laretta22 il 14/05/2013 22:55

Spesso la violenza sulle donne inizia proprio dalle chiamate anonime, e si arriva all'abuso vero e proprio. Oggi la tecnologia ci offre un servizio totalmente GRATUITO che è whooming. Per attivarlo basta una semplice registrazione al sito www.whooming.com ed automaticamente il servizio sarà attivo sul numero indicato, fisso o mobile che sia. Noi donne siamo le vittime più mirate...proprio per questo non facciamoci trovare impreparare...PREVENIAMO!!

Postato da santrev il 14/05/2013 17:48

Il Concilio aveva riservato un ruolo importante per i laici. Oggi tra l'altro avrebbe fatto anche comodo. Ma come sempre nella chiesa i comportamenti sono dettati da una gerarchia ristretta, spesso ottusa e lontana dai problemi della gente, ma sempre pronta a difendere gli interessi materiali. Essere laico nella chiesa significa contare poco, se poi sei anche donna, non dico nulla, ma conti ancora meno. Ora che la presenza maschile, mi riferisco ai preti, si é ridotta notevolmente, si sarebbero potuto attingere risorse importanti dalla componente femminile, per esempio per mantenere viva la vita di certe parrocchie. Ma questa gerarchia ecclesiastica piuttosto che aprirsi e dare importanza al ruolo della donna ha preferito salvaguardare gli interessi ristretti di casta. Le responsabilitá della chiesa che continua a mantenere la donna lontana da ruoli importanti sono gravissime. D'altra parte dai discendenti del card. Ottaviani che cosa ci si poteva aspettare di diverso?

Postato da branda il 14/05/2013 14:29

Io penso che la nostra Chiesa abbia delle responsabilità pesantissime continuando a confinare la donna in ruoli di minor importanza e favorendo il maschilismo. Checché se ne dica per me la realtà è questa e "le chiacchiere stanno a zero"!

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