15/06/2011
Allarme per i bambini ipernutriti sin dai primi giorni di vita. Attenzione ai latti artificiali supeproteici. Meglio il latte materno di quello artificiale e quello vaccino solo dopo l'anno.
Una raccomandazione è emersa dal dal 67° Congresso Nazionale della SIP - Società italiana di pediatria I bambini tra voci e colori: correggere le cattive abitudini alimentari, a cominciare dall’allattamento e dallo svezzamento, restituire all’infanzia stili di vita a misura di bambino e contrastare alleandosi con le famiglie, il vero nemico delle giovani generazioni, le malattie croniche.
Al congresso sono stati presentati i risultati dello studio europeo CHOP - Childhood Obesity Project, una ricerca che ha coinvolto
5 paesi
(Italia, Belgio, Germania, Polonia e Spagna) da cui è emerso che i latti artificiali ad alto contenuto proteico possono causare
sovrappeso e obesità: i bambini alimentati con formule a
più alto contenuto proteico (1,9 g/dl) mostrano
nei primi due anni di vita un peso e un indice di massa corporea (BMI) maggiori
rispetto a quelli allattati al seno o nutriti con formule a più basso contenuto
proteico (1,2 g/dl), (dove 1,2 e 1,9 g/dl rappresentano il limite
minimo e massimo del range di composizione proteica per le formule per
l’infanzia raccomandato dalla Comunità Europea).
Da
recenti revisioni scientifiche, inoltre, emerge che l’allattamento materno riduce il rischio di
obesità in età scolare del 16-28% rispetto all’alimentazione con latti
formulati.
Mentre il latte vaccino, dato al bambino prima dell'anno, è secondo i
pediatri un'altra possibile causa dell'obesità infantile. Non dovrebbe, infatti, essere assunto prima di 12 -24 mesi. I
piccoli italiani registrano il maggiore consumo in età precoce: a 9
mesi il 97% dei bambini italiani, qualunque sia stato il tipo di
allattamento, consuma latte vaccino.
Più moderati invece i
bambini italiani rispetto ai coetanei europei nel consumo di bevande
caloriche a base di tè istantaneo oppure frutta, oltre a frullati di
verdura e acqua zuccherata che fanno la comparsa, purtroppo, tra i
piccoli europei attorno al terzo mese.
Ma a preoccupare i
pediatri non è solo il cibo "sbagliato" «Noi specialisti – spiega Alberto
Ugazio presidente Sip – prima dovevamo prevenire le malattie del
bambino, mentre oggi siamo chiamati a prevenire nei bimbi le malattie
che avranno da adulti o da anziani. E lo possiamo fare sin dai primi
anni, con corretti stili di vita».
a cura di Orsola Vetri e Alberto Chiara