21/03/2012
Il professor Pierpaolo Donati, curatore del Rapporto Cisf 2011, oggi alla presentazione alla stampa.
I dati parlano chiaro: in Italia sono più di 3 milioni i genitori single, 4 milioni i single non vedovi, nel 2009 sono state 86mila le separazioni e 54mila i divorzi (dato in crescita). In calo costante, poi, i matrimoni: nel 2010 sono stati poco più di 217mila. Insomma, la coppia “scoppia”? Se lo domandano tutti e se lo è chiesto, investigandolo a fondo, anche il Rapporto Famiglia Cisf 2011, presentato oggi a Milano presso la sede del Centro Internazionale Studi Famiglia, pubblicato a cura della casa editrice Erickson (pp. 316, euro 29) e già disponibile in libreria. A tema il rapporto di coppia.
Come ha detto introducendo i risultati del Rapporto il professor Pierpaolo Donati, curatore del Rapporto e ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, lo spunto per affrontare questo tema viene, oltre che dai dati, anche dall’apparente contraddizione per cui «in tutto il mondo le ricerche dicono che la famiglia è al primo posto nelle preferenze dei cittadini, ma nei fatti essa è sempre più difficile da costruire e mantenere nella sua stabilità». Il titolo del Rapporto è, in questo senso, esplicativo: “La relazione di coppia oggi. Una sfida per la famiglia”. Il dato che ne emerge è significativo: il 60% delle coppie, su un campione di oltre 4mila persone intervistate, ha ancora una sua solidità interna, l’aiuto reciproco affettivo e psicologico è buono e questo permette un’apertura significativa alla fecondità, alla stabilità di coppia, all’autopercezione del suo valore sociale. L’altro 40%, che rientra nella cosiddetta “coppia postmoderna”, come è stata ribattezzata da Donati, è caratterizzata da uno sguardo sul rapporto a due più mirata alla soddisfazione individuale di ciascun partner che alla salute del rapporto di coppia e ha mediamente nessuno o un solo figlio. Donati, iniziatore di quella che viene chiamata “sociologia relazionale”, ha rilevato che quest’ultimo dato potrebbe avvalorare l’ipotesi di partenza, secondo cui «la coppia non è più il primo passo per fare famiglia ma si rende sempre più autonoma, con scopi e finalità staccate dal tradizionale “fare famiglia”».
I dati parlano, rispetto a una scelta matrimoniale, di un buon 28,9% di persone “indugianti”, del 4% di “possibilisti” e del 6,8% di "pentiti". Se, come ha sottolineato il sociologo, «nella maggior parte delle coppie italiane non vige l’individualismo come atteggiamento fondamentale ma la relazione e quindi la vita familiare e i figli», il secondo approccio, comunque in deciso aumento, è favorito dalla tendenza culturale che vede ormai la fine del complesso dell’amore romantico, quello in cui il partner viene idealizzato: «C’è sempre più un maggior divario tra le coppie postmoderne, in cui l’amore è principalmente una condivisione di problemi e sempre meno romantico, e un residuo di coppie per cui l'amore romantico invece ha ancora un suo senso, cioè le coppie "generative", per le quali però occorre dire che l'amore non è alla fin fine così idealizzato».
Il Rapporto contiene numerosi dati e indicazioni ricavati dalle oltre 4mila interviste in tutto il Paese e arriva alla conclusione che la “coppia scoppia” se è un aggregato, la sommatoria di due “ego” che nella relazione cercano, solo o soprattutto, di realizzare se stessi: la coppia "postmoderna", appunto. La coppia, invece, si realizza quando diventa “generativa”, non solo in termini di figli ma soprattutto quando riesce a produrre “beni relazionali”, fattori insostituibili di benessere collettivo, oltre che personale.
Famiglia Cristiana di questa settimana, in edicola da giovedì 22 marzo, dedica un intero servizio di approfondimento ai temi toccati dal rapporto Cisf.
Stefano Stimamiglio