Fiat, è sempre meno Italia

Il nuovo piano sarà noto a ottobre. Quello del 2010 è superato dal crollo delle vendite che salva solo Pomigliano. La Fiom: "Serve un tavolo nazionale, subito". L'analisi del settore.

La Fiom-Cgil: «Serve un tavolo straordinario con il Governo»

15/09/2012
Foto Ansa.
Foto Ansa.

«Dal punto di vista dei lavoratori avrei preferito avere torto, con quella montagna di Cassa integrazione a 800 euro al mese che si stanno facendo, quest'ulteriore dose di pessimismo proprio non ci voleva. Fin qui assente un po' per calcolo e molto per paura tocca alla politica muoversi. Il Governo convochi la Fiat e la costringa a dire la verità».

Il "day after" di Giorgio Airaudo gronda incontri e telefonate. «Cos'altro deve fare un sindacalista?». Airaudo è un uomo di punta della Fiom-Cgil, di cui è il responsabile nazionale del settore auto. «Settore che rischia di non esserci più nel nostro Paese, avviato com'è a un lento quanto inesorabile declino, roba da Gran Bertagna, per intenderci», dichiara a FamigliaCristiana.it. 

	 	  Titolo 	 Occhiello 	 Paragrafo 1 	    Titolo   	 	   		                      Uno  stabilimento della Chrysler, neli Usa. Foto Ansa.
Titolo Occhiello Paragrafo 1 Titolo Uno stabilimento della Chrysler, neli Usa. Foto Ansa.

Nell'aprile 2010 la Fiat aveva promesso qualcosa come 20 miliardi di euro di investimenti per mettere in condizione i suoi quattro stabilimenti italiani (Mirafiori, Cassino, Melfi e Pomigliano) di produrre, a regime, 1,4 milioni di automobili all'anno.  «Sergio Marchionne aveva chiesto di andare avanti sulla parola, fidandosi di lui. I mercati non si sono fidati di Sergio Marchionne. E il progetto, Fabbrica Italia, s'è sciolto come neve al sole. Colpa della crisi, sì, certo, ma non solo», incalza Giorgio Airaudo. «Nel frattempo, però, la Fiat ha sforbiciato i diritti, costringendo i lavoratori a una drammatica scelta: da una parte gli spazi normativi conquistati in anni di contrattazione e di lotta, dall'altra il mantimento del posto di lavoro».

Da qualche tempo si teme che due stabilimenti rischino molto, la storica sede di Mirafiori inclusa. In verità, soltanto l'insediamento di Pomigliano (Napoli), grazie alla Nuova Panda, ha volumi di produzione e conti che legittimano un minimo di ottimismo. «Dobbiamo guardare avanti», conclude Giorgio Airaudo. «Fin qui, i politici, timorosi di rimanere col cerino acceso in mano, scottandosi, non hanno fatto nessun passo significativo. Il Governo deve invece convocare subito un tavolo straordinario per salvare il settore auto, fatto di competenze, professionalità e  idee. Chieda alla Fiat la verità. Tutta la verità.  E non escluda l'arrivo di produttori stranieri. S'è parlato della Mazda, una scelta che consentirebbe di tirare avanti per un po'  anche se probabilmente non risolverebbe alla radici il problema dal momento che è un'azienda da 1,3 milioni di vetture all'anno.  Altro il discorso della Volkswagen. I tedeschi s'erano detti interessati all'Alfa Romeo che Sergio Marchionne aveva promesso di portare a fabbricare 300.000 pezzi all'anno. Stando così le cose, l'Alfa produce 120.00-130.000 auto. Siamo daccapo. Urge un tavolo straordinario, altrimenti...»   

Alberto Chiara 

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da GigiRossi il 16/09/2012 22:46

Bene , oggi chiuderanno uno stabilimento, fra 6 mesi un'altro, poi cosi via la strada intrapresa da Fiat è questa, non conta il paese, non conta da dove si è nati, conta solo il profitto, andranno sempre dove costera meno costruire un'automobile, dove si potra ridurre il salario per aumentare il profitto, questa è la globalizzazione. Tradotta in parole povere, globalizzare cioè sfuttare ovunque si possa sfuttare. Questa è la realtà e in questo momento mi vien in mente il brano del Vangelo in cui Gesu' scaccia i mercanti dal tempio, è l'unico episodio dei Vangeli in cui Gesu' si in.. arrabbia davvero. Se questa è la filosofia dei commercianti, degli industriali e dei potenti non arriveremo a nulla se non alla distruzione. Che fare non lo so. Dio ci illumini, ma di sicuro se tutti in Italia smettessero di comperare auto FIAT forse ci ripenserebbero, è l'ultima possibilità, senno per gradi lascieranno l'Italia con centinaia di migliaia di disoccupati ed andranno all'estero per sfuttare persone che non hanno nessuan protezione . E' irreversibile ci rimane solo questo, il mercato italiano rappresenta il 40% del mercato Fiat, piegare la testa sperando nellaloro bontà non servirà a nulla purtroppo. Facciamolo non c'è piu tempo per pensarci e che Dio ci aiuti e illumini la chiesa tutta perche ritoni ad essere la chiesa dei poveri, che oggi sono i cassaintegrati i disoccupati di 50 anni come me senza speranza che si suicidano anche se cristiani per disperazione. Prego perche la chiesa torni ad essere per cui è nata uan chiesa che stai coi poveri e non con i potenti.Padre, noi poveri fedeli di questo abbiamo bisogno; Sacerdoti, Vescovi, Cardinali lasciatevi guidare da Gesu per aiutarci, spogliatevi delle vostre vesti sobrie, e scendete in mezzo al popolo che Dio vi ha affidato Aiutateci, grazie se la pubblicherete.Dio ci aiuti.

Postato da M.Gianni il 15/09/2012 20:34

Francamente sono basito dallo stupore con cui è stata accolta la notizia che il Piano "Fabbrica Italia" è superato. Nel paese dove per 20 anni ha dominato il Berlusconismo che ha illuso milioni di Italiani, il Marchionne ha raccontato l'ennesima favola al popolino.E adesso cosa diranno gli illustri politici, economisti, sindacati conniventi che hanno steso il tappetino rosso davanti al commercialista italo canadese che paga le tasse in Svizzera?

Articoli correlati

Fiom: «La Fiat non discrimini, produca»

«Questa sentenza non fa che riaffermare un principio della legge italiana: l'iscrizione a un sindacato non può essere un criterio di selezione al momento dell'assunzione». È il primo commento a...

Eugenio Arcidiacono

A Marchionne slitta la frizione

L'eterno derby Italia-Germania (quello in cui noi viciamo sempre, ma solo a pallone) si è arricchito di un nuovo capitolo. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat nonché presidente...

Fulvio Scaglione

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati