Liberalizzazioni, l'Italia che cambia

Dal decreto "Salva-Italia" agli interventi annunciati per il lavoro. Secondo il Governo Monti, in un mercato più libero e trasparente si potrebbe guadagnare un 2% di crescita l'anno.

Energie rinnovabili, incentivate ma non liberalizzate

06/02/2012

Il settore elettrico è stato liberalizzato nel 1999 separando Enel dal gestore della rete di alta tensione, affidata a Terna, e da allora la bolletta è salita solo dell’1,9%. Tuttavia vale la pena soffermarsi brevemente anche sul capitolo dell’energia elettrica, visto che in parte viene toccato dal decreto Cresci-Iatalia.

“Sul tema dell’elettricità” afferma Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, “nel decreto è stata inserita una norma molto generale ma molto importante che prende atto del fatto che sul mercato ci sono problemi legati alla grande diffusione delle fonti rinnovabili e al fatto che queste, sia per natura che per struttura, creano una serie di problemi tecnici. Da un lato le rinnovabili sono sussidiate e quindi sono fuori mercato perché la tariffa viene decisa dalla politica e non c’è margine di sconto.

Più grande infatti diventa la quota di elettricità prodotta da fonti sussidiate (qualunque esse siano, ndr) e più piccolo è lo spazio per il mercato. Dall’altro lato c’è un problema più squisitamente tecnico poiché alcune rinnovabili, come solare ed eolico, non producono in maniera continua ma intermittente. Questo crea una serie di difficoltà per quanto riguarda la gestione della rete che si traducono in costi. A questo proposito il decreto prescrive all’autorità per l’energia di mettere la testa su questo problema e di individuare gli strumenti più efficaci per risolverlo. Soprattutto di risolverlo al costo più basso”.

Alcune critiche sono poi arrivate per la decisione di creare un’Autorità indipendente per i trasporti che si è trasformata nella scelta di affidarne i compiti pro-tempore a quella per l’energia elettrica e il gas. “Questa è una scelta che mi ha lasciato molto perplesso per due ragioni” prosegue Stagnaro “in primo luogo siamo stati tanto tempo senza un’Autorità per i trasporti, tanto valeva aspettare ancora un po’ e costituirla direttamente, piuttosto che creare una soluzione ponte di questo tipo. Secondo, mettere insieme energia e trasporti significa dare tanti e tali poteri a quell’Autorità che sorgeranno sicuramente delle difficoltà”.

Il rischio di un’eccessiva burocratizzazione della nuova Autorità c’è eccome, e in effetti il fatto che l’assegnazione dovrebbe essere solo transitoria, visti gli interessi in gioco, soprattutto da parte dei monopoli autostradali, non è in alcun modo una garanzia.

Alessandro Micci
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