01/04/2011
La contessa Alberica Filo della Torre, assassinata il 10 luglio 1991.
Vent'anni di indagini non sono bastati a scalfire il mistero concludendosi, alla fine, con la solita frase che sigilla tanti fascicoli stipati nei tribunali italiani: «Mancata identificazione del responsabile dell'omicidio». Il colpo di scena – in perfetta simmetria con un altro celebre “cold case” italiano, il delitto di via Poma – è arrivato qualche giorno fa: a uccidere la contessa Alberica Filo della Torre, la mattina del 10 luglio 1991, secondo la Procura di Roma, è stato il domestico filippino Winston Manuel Reves, entrato e uscito dall'inchiesta più volte in questi anni. Inchiodato dalle prove, il domestico ha confessato in lacrime l'omicidio.
L'uomo lavorò in sostituzione di un'altra persona per circa due mesi nella villa, fino all'aprile di quell'anno. Poi continuò a svolgere dei lavoretti e fu visto nella residenza all'Olgiata fino al giugno successivo. A incastrarlo, in una prova definita dal capo dei Ris di Roma Luigi Ripani «devastante», una macchia di sangue sul lenzuolo avvolto attorno al collo della vittima dopo essere stata strangolata e colpita alla testa con uno zoccolo blu. «Una perfetta coincidenza al di là di ogni ragionevole dubbio», secondo gli investigatori, quella emersa tra la traccia ematica sul tessuto e il dna di Winston Manuel. Il sangue del domestico era frutto di una abrasione al gomito sinistro, provocata probabilmente da uno strusciamento con la moquette della camera della contessa durante la colluttazione. E così, vent'anni dopo, la Giustizia è arrivata, grazie alle tecniche moderne di identificazione basate sul Dna. Un cold case all'italiana.
Un carabiniere mostra la foto di Wiston Manuel Reves, il filippino in stato di fermo nell'ambito delle indagini dell'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre.
La Procura ne indica due: un debito di circa un milione e mezzo di lire
che avrebbe spinto Winston a uccidere Alberica, con la quale era solito
avere discussioni per questioni economiche. L'altra ipotesi, invece, è
che il filippino sia entrato nella villa per commettere un furto,
sapendo dove la nobildonna custodiva i gioielli. Sorpreso però dalla
contessa, tra i due inizia una alterco, culminato con la morte della
contessa prima colpita ripetutamente con un zoccolo e poi strozzata sia a
mani nude che con l'aiuto del lenzuolo. Winston infatti conosceva la
combinazione della serratura del passaggio dal garage alla casa. Infine,
i due cani della villa, un mastino e un yorkshire, non abbaiarono. Un
dato che fa pensare agli inquirenti che l'assassino fosse conosciuto dai
due animali.
Antonio Sanfrancesco