Pakistan, chi difende Asia Bibi muore

Shahbaz Bhatti, cattolico, ministro per le Minoranze, aveva difeso la donna cristiana condannata a morte per blasfemia. E' stato ucciso dai talebani come il governatore del Punjab.

La motivazione della fatwa: «Shabhaz Bhatti era complice di blasfemia»

02/03/2011
Il ministro degli Esteri Franco Frattini in un recente incontro in Pakistan con Shabhaz Bhatti.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini in un recente incontro in Pakistan con Shabhaz Bhatti.

L’organizzazione terrorista di matrice islamica “Lashkar-e-Toiba”, una delle maggiori dell’Asia del Sud, e altri gruppi talebani avevano lanciato una fatwa contro il ministro delle Minoranze religiose, il cattolico Shabhaz Bhatti. Il ministro era dunque “obiettivo legittimo” e andava “ucciso perché complice di blasfemia”. La fatwa era motivata dall’impegno di Bhatti per la revisione della legge sulla blasfemia.

Il ministro aveva già ricevuto avvertimenti e minacce: l’organizzazione radicale “Majlis Ahrar-e-Islam” gli aveva intimato di “tenere la bocca chiusa e non criticare la legge sulla blasfemia”. Mesi fa il capo religioso islamico Ahmed Mian Hammadi l’aveva accusato di blasfemia, minacciandolo di “decapitazione”. La posizione del ministro sul caso di Asia Bibi - la donna cristiana madre di 5 figli condannata a morte perché accusata di blasfemia - e il suo sforzo concreto per condurre in porto un progetto di revisione della legge hanno poi generato la fatwa di gruppi terroristici della galassia talebana. Lui aveva risposto: “La mia missione per la giustizia, per i diritti umani, per la tutela delle minoranze continuerà, confido nell’aiuto di Dio.

Il presidente Zardari ha mostrato grande attenzione e sensibilità verso i problemi delle minoranze e, nonostante le pressioni, ha espresso la chiara volontà di rivedere la legge sulla blasfemia”. Dopo l’appello lanciato dal Papa per la liberazione di Asia Bibi, il ministro Bhatti aveva detto: “Sono profondamente credente, e le parole del Papa sono molto importanti per la mia vita. Lo ringrazio per la sua vicinanza e per la solidarietà con i cristiani del Pakistan. Il suo conforto mi incoraggia a testimoniare la fede nella mia vita, nonostante le difficoltà. Chiedo al Santo Padre e a tutti i fedeli del mondo di pregare per me”.

a cura di Alberto Bobbio e Alberto Chiara
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