02/03/2011
Una comunità di cristiani a Lahore, in Pakistan, sconvolta dall'assassinio del ministro per le Minoranze religiose Shabbaz Bhatti.
La Santa Sede non nega sorpresa e preoccupazione. L’assassinio del ministro pakistano delle minoranze Shabbaz Bhatti è un atto di “terribile gravità”, ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana ai giornalisti: “Dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e la libertà religiosa”.
Lombardi ha ricordato che Batti era il “primo cattolico a ricoprire un tale incarico”. Era stato ricevuto da Benedetto XVI in Vaticano nello scorso settembre. L’incontro in forma strettamente privata era avvenuto a Castelgandolfo. Con il Papa aveva parlato delle discriminazioni verso la comunità cattolica. Al termine dell’incontro aveva spiegato che la “cosa più importante è cambiare la mente e il cuore delle persone”.
Al Papa aveva illustrato la campagna interreligiosa lanciata dal suo ministero proprio per conseguire tale obiettivo: “Stiamo facendo tutto il possibile perché le persone si votino all’armonia e alla pace”. Poche ore dopo il suo omicidio la Conferenza episcopale dei vescovi pakistani parla di “perfetto e tragico esempio dell’insostenibile clima di intolleranza che viviamo nel Paese”. A spiegarlo all’agenzia vaticana Fides è l’arcivescovo di Latore, monsignor Lawrence Saldanha, presidente dei vescovi pakistani.
Il segretario della Commissione Giustizia e pace, monsignor Peter Jacob, amico personale di Batti, ha confidato che “tutti i cristiani sono sotto choc e di panico, frastornati e indifesi”: Questo omicidio vuol dire che il Paese è in balia dei terroristi, che possono permettersi di uccidere personalità di così alto rango”.
a cura di Alberto Bobbio e Alberto Chiara