Rifiuti, Roma teme di finire sommersa

La nuova discarica non sarà più aperta a Corcolle. Non si sa però ancora dove sorgerà. Nel frattempo, comunque, si deve far fronte al problema della raccolta e dello smaltimento.

Rifiuti, la Capitale come Napoli?

27/05/2012
Il sito di Corcolle visto dall'alto. Questa fotografia e quella di copertina (scattata nella discarica romana di Malagrotta) sono dell'agenzia Ansa.
Il sito di Corcolle visto dall'alto. Questa fotografia e quella di copertina (scattata nella discarica romana di Malagrotta) sono dell'agenzia Ansa.

«Roma è una delle poche capitali europee che ancora non ha un sistema integrato di gestione dei rifiuti. Abbiamo poco tempo per affrontare e risolvere il problema e dobbiamo lavorare in fretta perché si può ancora fare». Parola del ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che insieme a suoi colleghi, come il ministro per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, ha vinto la battaglia che vedeva lui e gli altri contrari alla scelta di Corcolle come sito della nuova discarica romana.


Una scelta che era sostenuta, invece, dalla Governatrice del Lazio, Renata Polverini, e dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il quale a seguito della decisione del Governo si è dimesso dall'incarico di Commissario delegato per l'emergenza rifiuti a Roma. Al suo posto il Consiglio dei ministri ha deciso di conferire al prefetto Goffredo Sottile l'incarico di procedere urgentemente “all'individuazione della discarica necessaria a dare soluzione al problema della gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Capitale”.

Per arrivare davvero a un ciclo integrato di rifiuti occorrerebbe un deciso rafforzamento della raccolta differenziata, ma la presenza della più grande discarica d'Europa, Malagrotta, ha fatto sì che la differenziata non decollasse mai realmente ed oggi è ferma al 20-26%. «La via da seguire per risolvere il problema rifiuti della Capitale è già stata tracciata all'interno del Piano per Roma proposto dal ministro dell'Ambiente Clini, nel quale, giustamente, s'inverte completamente l'impostazione puntando innanzitutto all'aumento del riciclaggio da raccolta differenziata per poi utilizzare la discarica solo per le quantità residuali dopo il trattamento negli impianti esistenti in città ma mai entrati in funzione a regime», spiega il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani. «In due anni, si può arrivare al 65%, come dimostrato in altre grandi città italiane a partire da Salerno, con investimenti adeguati ma soprattutto rapidi».

L'invito a guardare alla Germania «dove le discariche non si fanno più» arriva dal sottosegretario all'Ambiente Tullio Fanelli che ieri, intervistato dai giovani reporter di “Giornalisti nell'erba” ha detto: «Dobbiamo smettere di fare discariche, dovunque le si faccia è un danno. Serve tempo, organizzazione e sapere». Nel frattempo il tempo scarseggia perché entro il 30 giugno Malagrotta - la discarica provvisoria di Roma - deve chiudere, e sembra di assistere a un inverosimile e sconcertante gioco dell'oca, dove non si riesce mai ad arrivare alla fine, ma a un certo punto si ricomincia tutto daccapo. Così si rischia di assistere nei prossimi mesi a scenari già visti a Napoli e Palermo con cumuli di rifiuti per la strada oppure spediti all'estero a caro prezzo. Bocciato Corcolle, torna in campo l'ipotesi di Monte Carnevale, a un tiro di schioppo da Malagrotta. Il ministero dell'Ambiente l'aveva indicata come l'area più idonea per le positive caratteristiche idrogeologiche, ma un altro ministero, quello della Difesa, aveva opposto un veto perché il sito, un ex deposito di brecciolino, è troppo vicino al centro Intelligence delle Forze Armate. 

Un'altra possibilità è quella di Pian dell'Olmo, l'unica sostenuta in modo esplicito dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti, ma qui vengono addotti - per opporsi - motivi archeologici, paesaggistici e di sicurezza. Ma soprattutto rischi per la salute pubblica, visto che il centro abitato di Riano dista poche centinaia di metri da quel luogo. A favore di Pian dell'Olmo si è espresso anche l'avvocato Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta, da decenni deus ex machina della politica dei rifiuti a Roma. Tre i siti alternativi che controlla: Pian dell'Olmo, Monti dell'Ortaccio, a poche centinaia di metri da Malagrotta,  distante chilometri dalle abitazioni intorno, e Quadro Alto, ovvero le cave nel Comune di Riano già scelte dal Commissario Pecoraro e poi scartate in favore di Corcolle.

Gabriele Salari
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