Una domenica per salvare l'Africa

La Cei ha indetto per domani una colletta destinata a sostenere gli interventi della Caritas nel Corno d'Africa colpito dalla carestia. La situazione umanitaria e i possibili sviluppi.

Il "fattore tempo"

17/09/2011
Monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e presidente di Caritas Somalia.
Monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e presidente di Caritas Somalia.

Intervenire è urgente. È l’appello accorato di Caritas Italiana. Sono milioni le vittime di questa emergenza, provocata da una catastrofe ambientale trascurata alle prime avvisaglie, che ora sta mettendo in ginocchio l’Est Africa e che rischia di estendersi ad altre aree della regione.

     Ad ogni aggiornamento le cifre crescono: sono 13,3 milioni le persone colpite, soprattutto in Somalia, Kenya, Etiopia. Settecentocinquanta mila rischiano la morte per fame nei prossimi quattro mesi. E i bambini sono fra quelli che pagano il prezzo più alto della crisi: 2,3 milioni sono affetti da malnutrizione acuta o grave.

    L’afflusso dei profughi dalla Somalia in Kenya ed Etiopia continua incessante, come racconta nell’intervista riportata in questo dossier Suzanna Tkalec, operatrice di Crs (Caritas statunitense) e, per l’emergenza di questi mesi, assistente a Nairobi del vescovo Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia. I numeri dell’emergenza sono enormi, e i bisogni giganteschi. Ma, come sottolinea Abba Agos Hayish, segretario generale dell’Ethiopic Catholic Secretariat (Caritas Etiopia), «Il problema non è la quantità, ma la tempestività con cui giungono le risorse. Un ritardo, in questo momento, può essere fatale per interi villaggi».

     Oltre agli aiuti concreti Caritas Italiana ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, intitolata Fame di pane e di futuro (mettendo anche a disposizione delle Caritas diocesane strumenti per l’approfondimento). Caritas Italiana finora ha inviato 700.000 euro per sostenere le azioni delle omologhe realtà dei Paesi colpiti (256 mila per la Somalia, 51 mila per Gibuti, 200 mila per il Kenya e 200 mila per l’Etiopia). Dal canto suo, la presidenza della Cei ha messo a disposizione 1 milione di euro e ha lanciato la colletta nazionale straordinaria che ha il suo avvio e momento forte domenica 18 settembre 2011.

     Per le Caritas dei Paesi colpiti la situazione non è esplosa all’improvviso. C’erano già in corso diversi programmi di aiuto, ma con l’aggravarsi della carestia hanno sviluppato piani di intervento più ampi, principalmente nei settori dell’assistenza alimentare (tramite distribuzioni di cibo oppure, dove la popolazione può agevolmente accedere ai mercati locali per procurarsi il cibo, anche di denaro); fornitura d’acqua; interventi sanitari; sostegno alla ripresa delle attività agricole e dell’allevamento.

    Complessivamente i diversi interventi progettati intendono raggiungere oltre 300 mila destinatari, in un periodo di 4‐12 mesi. 

Luciano Scalettari

Come partecipare alla colletta

     Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite c/c postale n. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
    
     Offerte sono possibili anche tramite bonifico bancario: UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119 Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474 Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384 Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113.

     Infine, si può utilizzare la carta di credito: CartaSi (VISA e MasterCard) telefonando a Caritas Italiana al numero 06 6617.7001 (in orario d’ufficio).

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