Egitto, nuova guida per i cristiani

Il 118° patriarca della Chiesa copto-ortodossa è Tawadros II, eletto in un momento particolarmente sofferto per la comunità, tra conflitti interconfessionali e discriminazioni.

Un leader spirituale nel segno dell'unità

05/11/2012
Tawadros II, neoeletto patriarca della Chiesa copto-ortodossa d'Egitto (Ansa).
Tawadros II, neoeletto patriarca della Chiesa copto-ortodossa d'Egitto (Ansa).

«Piazza Tahrir ha unito gli egiziani di ogni credo, cambiando il Paese per il meglio. Dobbiamo essere in grado di ascoltare la voce dei ragazzi che ne sono stati gli artefici». Sono rivolte alla rivoluzione le prime parole di Tawadros II (letteralmente Teodoro, "dono di Dio"), il 118° patriarca della Chiesa copto-ortodossa d'Egitto. Una delle cosiddette Chiese orientali antiche, che trae le proprie origini dalla predicazione di San Marco. Il nuovo leader spirituale della più grande comunità cristiana del mondo arabo si insedierà il 18 novembre, col titolo di papa di Alessandria, di tutta l'Africa e della santa sede di San Marco. A estrarre il suo nome dall'urna della Altar Lottery, è stata la mano di un chierichetto "guidata da Dio", secondo la tradizione, al termine di un lungo processo di successione, iniziato lo scorso 17 marzo, alla morte di Shenouda III, dopo un pontificato durato quasi quarant’anni.

Nell'urna, assieme al nominativo del nuovo papa, c'erano quelli del vescovo Raphael di Beheira e del monaco Raphael Ava Mina. I tre più votati dal comitato di circa 2.400 personalità religiose e laiche della comunità copta, incaricate di scremare i 17 candidati iniziali. Tra di essi c'erano anche il vescovo di Milano, Cirillo e l'accreditato vescovo Bishoi, contestato dai musulmani per alcune dure dichiarazioni anti-islamiche. Ma chi è il nuovo patriarca? Eletto il giorno del suo sessantesimo compleanno, Wagih Sobhi Baki Soliman è nato a Mansoura, sul Delta del Nilo. Teologo, monaco e sacerdote presso il Monastero di San Bishoy a Wadi El-Natrun, nel giugno del 1997 era stato ordinato vescovo generale di Beheira e ausiliario dell'arcivescovo Pachoemios (che è stato il patriarca "reggente" della Chiesa copta in questi mesi).

La sua elezione, quanto mai attesa da parte della comunità copta e non solo, giunge in un momento ancora travagliato per l’Egitto che, a quasi due anni dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011, resta invischiato nelle sabbie mobili istituzionali della transizione. La scorsa estate, dopo un anno e mezzo dalla cacciata di Mubarak, è stato eletto come nuovo presidente l'esponente della Fratellanza musulmana, Mohamed Morsi. Ma la Costituzione resta ancora da scrivere. E sono in molti coloro che temono possa essere improntata ai principi della sharia islamica. «Dobbiamo concentrarci su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide», queste le parole di Tawadros, «solo così si può fare il bene di ognuno».

Gilberto Mastromatteo
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