Biodiversità, un weekend nelle oasi

Oasi, riserve naturali e fondali marini: dal 18 al 22 maggio le iniziative del Wwf per festeggiare la meraviglia della natura in primavera. Il dossier sull'inquinamento delle coste.

Oasi e riserve aperte a tutti

18/05/2012
(Foto Wwf)
(Foto Wwf)

Un mare di oasi per te. Con questo slogan, in vista della Festa delle Oasi, che si terrà il 20 maggio in tutta Italia, il Wwf sta coinvolgendo gli italiani in una nuova sfida di tutela tutta dedicata alle coste e al mare. Tre sono gli obiettivi per i quali si raccolgono fondi: dare vita alla nuova Oasi Scivu ad Arbus, in Sardegna, un vero paradiso di dune alte sabbiose e fitta macchia mediterranea, minacciata dal taglio dei ginepri secolari o dal passaggio di fuoristrada. Bonificare la bellissima spiaggia che costeggia la Riserva naturale e Oasi Wwf Le Cesine, nel Salento, in Puglia, dove i rifiuti portati dal mare e mai rimossi hanno creato strati di plastica con gravi danni alla vegetazione e agli animali. Riforestare e riqualificare le zone umide dell’Oasi Wwf Golena di Panarella, in Veneto, un paradiso di biodiversità alle porte del Delta del Po, che d’inverno ospita fino a 130-140.000 uccelli. Tre aree che sono il simbolo delle tre tipologie di coste più importanti e allo stesso tempo più fragili: le dune, le zone umide e le foci dei fiumi. Si dona via sms o chiamata al 45503 fino al 20 maggio.

(Foto Wwf)
(Foto Wwf)

Intanto fervono i preparativi per la Festa, un'occasione per passare una giornata nella natura, toccare con mano la sua meraviglia e comprendere l’importanza di tutelarla. Moltissime le attività organizzate nelle Oasi Wwf e nelle riserve del Corpo forestale dello Stato (i programmi su www.wwf.it e www.corpoforestale.it): si esplorano boschi e radure, si avvistano cervi, fenicotteri e anatre selvatiche, si va sulle tracce di orsi e lontre, si costruiscono nidi, si fotografano fiori e farfalle, si liberano rapaci e tartarughe marine curati nei centri del Wwf, si fanno percorsi sensoriali di giorno e di notte, e poi spettacoli, concerti di musiche tradizionali, pic-nic sui prati in fiore, mercatini biologici… Le 118 Oasi WWF, che rappresentano il più grande sistema di aree protette privato d’Europa, tutelano i più importanti habitat della penisola. Nascono per salvare habitat o specie, come per il cervo sardo a Monte Arcosu, o per proteggere ambienti sopravvissuti alla mano dell’uomo come Macchiagrande e Foce dell’Arrone, sul litorale romano, due lembi delle antiche foreste costiere letteralmente ritagliate nel cemento di uno dei litorali più frequentati, o Torre Salsa in Sicilia, un tempo minacciata da un progetto di speculazione edilizia e oggi spiaggia suggestiva su cui nidificano le tartarughe marine.

La prima Oasi è stata quella del Lago di Burano in provincia di Grosseto, sorta con l’acquisizione da parte dell'associazione dei diritti di caccia nel lontano 1967, uno dei primi passi del Wwf che era nato solo l'anno prima. La regione più ricca di Oasi è proprio la Toscana (17 aree per oltre 3.200 ettari), anche se per estensione la batte la Campania, con ben 4.346 ettari di territorio protetto. L’Oasi di Monte Arcosu, in Sardegna, nata grazie al contributo spontaneo di tante persone, bambini soprattutto, con i suoi 3.600 ettari è la più vasta. Anche l’ultima nata, la Foce dell’Arrone, sul litorale laziale, è nata grazie alla campagna “Una nuova oasi per te”. E poi Bosco Rocconi, in Toscana, è stata ampliata grazie alla lista nozze di una coppia di sposi!

Queste aree protette sono, insomma, nate grazie al sostegno di tante persone e il volontariato è un motore indispensabile per molte aree. Il successo lo decretano anche i visitatori, circa 400.000 ogni anno, di cui almeno due terzi sono giovani e scolaresche. In aree come Burano (Toscana) o Lago di Alviano (Umbria) sono presenti sentieri per disabili e 5 Oasi ospitano i Centri di recupero di animali selvatici, veri e propri “pronto soccorso” veterinari che si prendono cura ogni anno di migliaia di animali feriti o in difficoltà. Alcune Oasi, infine, sono nate per salvare un territorio in pericolo e oggi sono ricomprese in aree protette più grandi. Basti pensare a Lago Secco, area importante per alcune specie di anfibi, che negli anni ’80 era minacciata dal taglio della faggeta, dall’apertura di una strada e da altre attività speculative. Oggi fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso-Monti delle Laga. O ancora Valle Averto, in Veneto, che era una valle da pesca frequentata da uccelli acquatici e cacciatori. Grazie alla sensibilità del proprietario, il Conte Ancillotto, il Wwf ha costituito il primo tassello di laguna protetto.

Gabriele Salari
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