31/05/2013
Perdonare non è facile. Non è automatico. Non è un atto spontaneo o naturale. Quando subiamo una vera offesa il nostro cuore viene ferito. Proviamo odio, amarezza, non riusciamo nemmeno a guardare negli occhi colui che ci ha fatto del male. Molti, e io tra questi, provano fastidio quando qualche giornalista chiede a chi piange un familiare ucciso se perdona l’assassino. In questa società che tutto trasforma in show e logora i sentimenti si rischia la banalizzazione del perdono, un’intrusione indebita nell’animo di chi è straziato dal dolore. Il perdono cristiano è una cosa seria.
È un dono che viene da Dio e, a sua volta, viene dato gratuitamente. È forza sanante per l’offeso, prima ancora che per l’offensore, perché l’offeso non sia travolto e distrutto dalla sete di vendetta. Di più. Il perdono non si basa sul merito/ demerito del prossimo, ma su Dio che si è rivelato, in Gesù di Nazaret, come colui che condanna il Male, ma perdona e riconcilia il peccatore, offrendogli la possibilità di una vita nuova. L’essere figlio/figlia di Dio, che è amore e misericordia, induce ad agire e a comportarsi come Dio.
Don Antonio Rizzolo.
L’esperienza insegna che il perdono non è dato una volta per sempre. Di
frequente ritorna nell’animo il ricordo del male subìto che induce alla
tentazione di togliere il perdono a suo tempo sinceramente donato. Non
bisogna scoraggiarsi ma, con la grazia di Dio, rinnovare e perseverare
nel perdono. Il perdono vero, insomma, richiede un atto della volontà,
una decisione forte da prendere anche se il cuore sanguina. Significa
non tener conto dei torti subiti, fare del bene anche a chi ci ha fatto
del male. Un atto che però è possibile solo se ci abbandoniamo alla grazia dello Spirito Santo. L'unica che sana ciò sanguina. «È
lì, “nella profondità del cuore”, che tutto si lega e si scioglie. Non è
in nostro potere non sentire più e dimenticare l’offesa; ma il cuore
che si offre allo Spirito Santo tramuta la ferita in compassione e
purifica la memoria trasformando l’offesa in intercessione».
Lo
Spirito Santo, che è l’amore di Dio effuso nei nostri cuori, ci
configura a Cristo e ci ricorda l’amore infinito del Padre per ciascuno
di noi. Se ricordiamo che Dio ama sia me che l’altro, in lui posso
perdonarlo davvero. Il perdono è forse l’unico vero modo di amare
gratuitamente come Dio ci ama. Il perdono ci rende davvero figli del
Padre che è nei cieli, che «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui
buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5,45). Il perdono ci restituisce la libertà e la gioia dei figli di Dio.
Don Antonio Rizzolo,
sacerdote paolino,
direttore del settimanale Credere