27/05/2010
Tra stadio inadatto ai bambini e telecronache partigiane, Bruno Pizzul si schiera senza saperlo dalla parte dell'associazione Comunicazione perbene che, al grido di "i bambini ci ascoltano", si batte per promuovere una comunicazione più civile e bacchetta la resa mediatica del pallone.
Toni esasperati, eccesso di conflittualità, insulti assortiti. Un perfetto campionario di maleducazione. Gli intervistati puntano il dito sugli effetti che il dibattito televisivo legato al calcio potrebbe avere sugli ascoltatori meno attrezzati per età e cultura.
Secondo gli esperti interpellati l’esasperazione dei toni
Sviluppa aggressività (66%)
Fomenta risentimenti e atteggiamenti intolleranti (65%)
Contribuisce a generare violenza (62%)
Non educa al dibattitio civile (61%)
Alimenta malcostume nel linguaggio (48%)
Crea, esaltando eccessivamente lo stile di vita dei calciatori, modelli effimeri 49% Allontana i ragazzi dalla cultura (44%)
Corresponsabili, secondo gli intervistati:
calciatori, dirigenti, presidenti e giornalisti (55%) Un po’ meno gli allenatori (42%) E i tifosi, percepiti più che altro come vittime (41%). Anche se forse bisognerebbe ammettere che, per quel che s’è visto anche di recente sugli spalti e per i complimenti ripetutamente scambiati dalle panchine, un bel ripassino di buona creanza non farebbe male neppure a tifosi e mister.
a cura di Elisa Chiari e Giusi Galimberti