05/05/2011
Basta scorrerne le tappe e non è certo difficile ravvisare il
collegamento tra Giro 2011 e Risorgimento, a partire da Torino,
Venaria Reale in particolare, prima capitale del Regno d’Italia da cui
la corsa rosa prende avvio il 7 maggio. Dal Piemonde il Giro si snoda
verso Parma, la terra di Verdi, simbolo musicale dell’Italia da fare.
Per chi l’avesse dimenticato chi tifava per l’Unità d’Italia all’epoca
scriveva sui muri “Viva Verdi”, apparentemente innocuo omaggio al
musicista, nella realtà mascherato slogan antiaustriaco da intendere:
“Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”.
Subito dopo Reggio Emilia, che il 7 gennaio 1797 aveva salutato la
nascita del tricolore bianco-rosso-verde scelto a vessillo della
Repubblica Cispadana e destinato un giorno a rappresentare l’Italia nel
mondo. Dall’Emilia si pedala in Liguria, allo scoglio di Quarto,
quartiere genovese, che ha visto partire la spedizione dei
Mille. Non potendo seguire in bici per mare le camicie rosse fino a
Marsala, il Giro prosegue in toscana via terra fino a Tropea, passando
per Maddaloni, in provincia di Caserta: lì il luogo sacro del
Risorgimento sarebbe Teano, ma il Giro ha esigenze d’altimetria cui
sacrificare la storia e arriva in salita a Montevergine.
Prima di sbarcare a Messina, da cui Garibaldi partì alla conquista
del continente, non dimentica il Giro di fare tappa a Sapri, a
rendere omaggio a Pisacane ai suoi trecento sfortunati giovani e forti.
Di qui si vola verso la litoranea adriatica seguendo il filo delle
annessioni ottenute contro la resistenza dello stato pontificio:
Castelfidardo e la sua battaglia che ha conquistato al Regno d’Italia
Ancona e poi Feltre e Conegliano, annesse con il plebiscito del 21
ottobre 1866.
Quindi Spilimbergo, patria di Giovan Battista Cavedalis, prima delle
Alpi, teatro d’altre più recenti non meno epiche battaglie,
storicamente significative per altre ragioni ma necessarie ai gran premi
della montagna della corsa che nella sua tappa finale, il 29 maggio,
tornerà a Milano, simbolo delle Cinque giornate, da cui mancava da
parecchio.
Elisa Chiari