Juventus, la festa è doppia

Campioni d'Italia per la seconda volta consecutiva. Le scommesse vincenti di Andrea Agnelli e Conte. Il progetto tecnico e lo stadio di proprietà.

Boniek: il trionfo di Buffon, Pirlo e Marchisio

05/05/2013
Zbigniew Boniek quand'era giocatore della Juventus.
Zbigniew Boniek quand'era giocatore della Juventus.

Con tre giornate d’anticipo, la Juve è campione d’Italia per la 29^ volta. La Vecchia Signora conquistò 5 scudetti di fila dal 1930-31 al ’34-’35, mentre il bis era già arrivato 6 volte: nel ‘61 con allenatore Carlo Parola, nel 1973 con il ceco Cestmir Vycpalek, zio di Zeman scomparso 11 anni fa; nel ’78 e ’82 fu con Giovanni Trapattoni; nel ’98 e 2003 era stato con Marcello Lippi.

Zbigniew Boniek, fu alla Juve che lei trovò notorietà, dal 1982 all’85 divenne uno dei giocatori più popolari d’Europa.

“Bei ricordi, ma appunto sono passati 30 anni”.

Fu terzo ai mondiali di Spagna, battendo nella finalina la Francia di Michel Platini, poi suo compagno in bianconero. Con la Juventus perse la finale di coppa dei Campioni, ad Atene, segnò il tedesco Magath per l’Amburgo, ma si consolò subito con la coppa Italia.
“La prima stagione fu di ambientamento, per me e Michel, nuovi stranieri”.

L’anno successivo conquistò scudetto e coppa delle Coppe, poi la Supercoppa Europea, nelle neve, contro il Liverpool. Nell’85 la coppa dei Campioni, sempre contro gli inglesi, nella tragica serata dell’Heysel.
“La Juve in Italia dominava anche prima di noi, ma in Europa aveva conquistato solo la coppa Uefa, nel ‘77”.

A Torino divenne il “bello di notte”, tra i campioni preferiti dall’avvocato Gianni Agnelli.
“Bei ricordi, ma non vivo di quelli, per fortuna”.

Per anni è stato opinionista Rai, oggi che fa?

“Sono tornato in Polonia, da ottobre presiedo la federazione. Ho tante cose da fare, mi hanno eletto per cambiarla, perché si faccia calcio nella maniera più professionale possibile, dal momento che i talenti ci sono”.

Michel Platini è candidato all’eredità di Joseph Blatter, come presidente della Fifa. E’ l’uomo giusto?
“E’ un amico, dunque con me qualsiasi cosa faccia parte già 1-0, nel senso che avrà sempre il mio voto”.

Da allenatore retrocedette in serie B, al debutto con il Lecce, nel ’90.
“Tenni quasi a battesimo Antonio Conte. Già a 21 anni mostrava la sua intelligenza e il potenziale da tecnico. Era molto carico, trascinava in campo e in spogliatoio, ripetendo un “Dai ragazzi". Immaginavo le motivazioni che dà ora ai bianconeri”.

Per la grinta in panchina ricorda Giovanni Trapattoni?
“Per nulla. Non amo gli accostamenti, è un errore che fanno in tanti”.

Dica almeno chi ammira fra i bicampioni...
“Scelgo tre italiani: Claudio Marchisio, Andrea Pirlo e Buffon. E naturalmente Vidal, che ha chiuso alla grande”.

E’ sfuggita la doppietta Europa-scudetto, centrata da lei, nell’84...
“La Juve ha rivinto il titolo senza problemi perchè è la più forte e solo il Napoli per un po’ l’ha contrastata. Imporsi in Europa è molto difficile, le più accreditate erano Barcellona, Bayern Monaco e lo stesso Real Madrid, il Borussia è una sorpresa relativa. Anche i bianconeri avevano la possibilità di arrivare in fondo ma era impronosticabile, tanto ha inciso anche il sorteggio dei quarti, contro i bavaresi”.

Vanni Zagnoli

a cura di Paolo Perazzolo e Annachiara Valle
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