Roma 2020, il Governo dice no

Il presidente del Consiglio Mario Monti fa appello alla coerenza e non firma la candidatura olimpica di Roma 2020. La delusione degli atleti è comprensibile, ma le priorità sono altre.

Ecco perché non meritiamo i Giochi

14/02/2012
Wilma Rudolph (foto Corbis)
Wilma Rudolph (foto Corbis)

Vivissimi complimenti a Mario Monti ed ai suoi ministri per avere detto di no alla richiesta, targata Coni, di firmare, per garanzia, il documento governativo di candidatura (ora abortita) di Roma ad ospitare i Giochi olimpici estivi del 2020, che verranno assegnati dal Cio il prossimo anno.

Elenchiamo i principali nostri motivi di solidarietà con Monti e C. in un nostro personale, speciale ordine spicciolo, premettendo che non ci riferiremo anche all’ipotesi di nevicate paralizzanti la capitale nell’agosto del fatidico 2020:
1)  Siamo felici che non possa esserci, come invece accadde alla notizia del terremoto all’Aquila, la risata di qualche tizio che pensa agli appalti ricchi e facili, a partire già dalle spese per sostenere nel mondo la candidatura.
2)  Per l’Italia il momento è molto difficile: la candidatura saprebbe di spocchia, e sarebbe psicologicamente assai più svantaggiosa, presso l’opinione pubblica internazionale, del prendere umilmente e lucidamente atto dei nostri limiti attuali (questo senza neanche fare lo sforzo di ricordare i Giochi di Atene 2004 e la situazione greca attuale).
3)  Rispetto a Roma olimpica nel 1960 questa è un’altra Italia, senza boom ma anzi i
n recessione.
4)  Rispetto a Roma olimpica 1960 il tasso di disonestà è assai cresciuto nel Paese, e niente di più di certe operazioni edilizie lo possono concimare bene, perché cresca ulteriormente.
5)  Cortina 1956 e Torino2006 sono state Olimpiadi invernali, assai più piccole di quella estiva, così che non può esistere paragone di sorta, e comunque hanno lasciato strascichi dolorosi.
6)  Il gigantismo olimpico fa sì che i Giochi e in genere i supershows sportivi costino sempre di più, a maggiore gloria della genia delle tangenti, dei regimi politici sfruttatori dello sport o dei potentati economici faraonici particolari (tipo i paesi del petrolio).
7)  I fondamentali diritti televisivi, salvagente talora per chi organizza, sono destinati a dimagrire, di fronte alla facilità dell’uso, anche pirata, di internet e derivati.
8)  I Giochi portano tanti problemi extrasportivi, il terrorismo su tutti, che non ci pare proprio il caso di affibbiare all’Italia, a questa Italia, neanche in lontana prospettiva. 9)  Non conta niente che i nostri massimi atleti abbiano chiesto la candidatura: dovevano farlo, ci mancherebbe altro.
10) Se non è magari vero che ai Giochi importante non è vincere, ma partecipare, sicuramente è ancor meno vero che l’importante ai Giochi è organizzare.
11) Il fatto che mafia, camorra, ’ndrangheta e loro consorelle fiorenti ormai dovunque in Italia siano tristi per la decisìone di Monti è per noi origine di grande felicità.
12) Ci sono tantissime belle cose da fare, per l’onore e il benessere del Bel Paese, che non organizzare i Giochi: a Roma o dovunque, in questo momento.
3)  Roma voleva la Formula 1, sembrava fatta  ma poi Alemanno ha saputo/dovuto dire di no, ragioni economicambientali: e la Formula 1 rispetto all’Olimpiade costa come nutrire e alloggiare una pulce invece che un elefante.                  

Gian Paolo Ormezzano  

Elisa Chiari e Gian Paolo Ormezzano
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