Chi ruba la nostra energia?

La corruzione in Italia sottrae 900 milioni di euro al mercato delle rinnovabili: il progetto Green clean market di Transparency Italia spiega criticità a best practice del settore

Tanti soldi, poca esperienza

29/11/2012

La ricerca, nello specifico, è stata condotta in prima persona da Lorenzo Segato: «Siamo consapevoli delle potenzialità della green economy e dello spicchio relativo alle energie rinnovabili di cui ci siamo occupati nello specifico e per questo non vogliamo fare allarmismi ma, essendo ancora un mercato in divenire, va protetto e curato. Nel nostro studio abbiamo deciso di concentrarci su eolico e fotovoltaico, cioè i settori che in Italia hanno raggiunto un maggior grado di "maturità" sotto molteplici punti di vista, con una finestra sempre aperta sulle biomasse e sul tema dell'efficienza energetica i cui i meccanismi di controllo sono ancora più complicati». Una maturità che si estrinseca nella consapevolezza che gli attori in campo in questo settore, siano essi legali o illegali, sono innanzitutto soggetti razionali, cioè persone che hanno competenze e risorse e sono capaci di analizzare i punti deboli di un sistema e organizzarsi per sfruttarli. Un settore come quello della green economy, caratterizzato da consistenti flussi di denaro e poca esperienza, era scontato che accendesse l'interesse da parte di soggetti criminali, dotati di capacità e velocità di adattamento al contesto fuori dal comune e comunque superiori alle altre imprese per il semplice motivo che non devono sottostare a tutta a regole e controlli. «Per schematizzare l'approccio della nostra ricerca possiamo fare riferimento alla teoria delle opportunità che coglie il verificarsi di un reato nella concomitanza di tre fattispecie: la disponibilità di un soggetto a barare, la presenza di qualcosa di interessante per cui vale la pena commettere un reato, l'inefficacia dei sistemi di controllo che proteggono il bene in oggetto. È così che siamo partiti con l'individuazione e la catalogazione degli "offenders", cioè dei soggetti che alterano, truccano il mercato della green economy».

I numerosi studi effettuati finora si sono infatti concentrati esclusivamente sulla criminalità organizzata, dunque mafia, camorra, 'ndrangheta, sacra corona unita operanti in modo più consistente nelle regioni del Sud Italia e impegnate prevalentemente nel settore eolico. Quest'ultimo è infatti quello che si presta più facilmente alla commissione di reati perché ha una tipologia di utilizzo del territorio interessante nel senso che gli impianti occupano appezzamenti di terreno relativamente piccoli e può essere decisivo realizzare un impianto in un campo piuttosto che in un altro e perché ha bisogno di essere supportato da numerose attività collaterali che sono gestite da aziende a bassa specializzazione e alta manovalanza, cioè il contesto ideale in cui il crimine organizzato prolifera. «Analizzando questi studi ci sembrava mancasse un pezzo: non è infatti soltanto il crimine organizzato a essersi interessato a questa nuova frontiera ma si sono sviluppate diverse tipologie di attori che ci è sembrato opportuno identificare. Da un lato quelli che abbiamo chiamato "imprenditori eco-criminali", quindi una serie di soggetti costituiti ad hoc per approfittare delle opportunità di questo settore spesso attraverso sistemi di scatole cinesi». Si tratta di realtà facili da costituire ma molto difficili da rintracciare che però truffano con regolarità Stato, Regioni, Comuni. Un'altra tipologia catalogata è quella della criminalità micro aziendale, cioè «il fenomeno di aziende che sono sono state costrette a giocare a questa competizione magari violando qualche regola non spinte da un preciso intento criminale ma perché altrimenti non avrebbero potuto lavorare». Ovviamente c'è poi un'ampia fetta di mercato in mano alla criminalità organizzata transnazionale: si tratta di ingenti flussi di denaro, puliti o sporchi, che attraverso il sistema degli incentivi statali e delle agevolazioni fiscali nel nostro Paese hanno trovato un'ottima occasione di riciclaggio, la cosiddetta "lavanderia", che comporta il reinserimento di soldi illegali in circuiti legali. Per intenderci, non tutti i soggetti che si sono mossi illegalmente nel circuito della green economy provengono dalla criminalità organizzata tradizionale.

Alberto Picci
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati