16/06/2013
Un gruppo di bambini pranza al "Villaggio dei Ragazzi" di Amref, a Nairobi (Foto: Amref).
Malattia e malnutrizione non sono gli unici fattori di alto rischio per i bambini africani: sono centinaia di migliaia le vittime di guerre, i rifugiati e gli sfollati, i minori lavoratori e quelli che non hanno accesso all’istruzione, i bambini sfruttati sessualmente, le bambine vittime di mutilazioni genitali femminili.
Nel suo Rapporto, pubblicato in occasione della Giornata mondiale del bambino africano 2013, Amref affronta ciascuno di questi flagelli (chi vuole saperne di più può vedere il sito dell’organismo non governativo www.amref.it) che non sempre uccidono, ma di sicuro costituiscono l’infanzia negata per milioni e milioni di bambini.
Il fenomeno più eclatante, e pericolosamente in crescita, è quello dei bambini di strada. «Nel mondo», scrive l’Ong internazionale, «sono tra i 100 e i 150 milioni e il loro numero è in aumento a causa della crescita della popolazione globale e dell’urbanizzazione. I dati sono allarmanti, ma anche difficilmente censibili perché i bambini di strada sfuggono alle statistiche ufficiali, ai censimenti, alle istituzioni, sono esclusi da programmi e politiche statali».
Povertà estrema, disgregazione familiare, violenza e abusi sono il denominatore comune a tutte le situazioni di allontanamento dei minori che finiscono in strada. Privati dei loro diritti fondamentali, in particolare del diritto alla protezione, all’accesso ai servizi essenziali di assistenza sociale e sanitaria, all’istruzione, alle cure della famiglia, i bambini vivono di espedienti diventando vulnerabili, vittime della tossicodipendenza, della criminalità e di violenze, talvolta anche da parte delle forze dell’ordine che dovrebbero provvedere al loro recupero.
Dal 1999 Amref opera a Nairobi, nel distretto di Dagoretti: una vasta area (38,7 chilometri quadrati) situata nella periferia occidentale della città, che fino a qualche decennio fa era considerata semi rurale e che oggi vede crescere sempre più insediamenti spontanei, quasi sempre poverissimi.
Alla fine del secolo scorso vi abitavano circa 240.000 persone. Con un tasso di crescita del 20% oggi si stima che nell’area viva circa 1 milione di persone. A Dagoretti, Amref è presente con il "Children in Need", progetto per il recupero dei ragazzi di strada e per il sostegno ai bambini e adolescenti vulnerabili e a rischio. «È un progetto di riabilitazione comunitaria», spiegano i dirigenti di Amref, «sviluppato in collaborazione con il Governo del Kenya e le comunità locali beneficiarie. Il progetto promuove e sviluppa un modello comunitario sostenibile che garantisce accoglienza, riabilitazione psico‐fisica e reinserimento dei bambini e degli adolescenti a rischio».
Uno dei gruppi teatrali nato dall'attività di promozione artistica di Amref con gli ex ragazzi di strada (Foto: Amref).
Nello specifico Amref lavora per:
- soccorrere e recuperare i ragazzi di strada, fornire loro cure primarie e avviarli ad un processo di ri-socializzazione;
- reinserire i giovani nelle famiglie e nelle comunità d’origine;
- creare un ambiente in cui i bambini godano dei diritti umani, accrescere la consapevolezza dei membri della comunità di Dagoretti circa i diritti dei bambini al fine di ridurre il fenomeno dei ragazzi di strada;
- incrementare l’accesso ai servizi sanitari di base e alla corretta informazioni sanitarie per i bambini che vivono in strada e gli adolescenti a rischio e vulnerabili;
- facilitare l’accesso all’educazione e alla formazione dei giovani in situazioni di disagio.
Il Children Village (Villaggio dei Ragazzi), centro polifunzionale comunitario, è il punto di riferimento per tutte le attività che si svolgono nell’ambito del progetto.
Dopo anni di esperienza e di lavoro sul campo nel Distretto di Dagoretti, con il centro di prima accoglienza e di coordinamento delle varie attività che per più di dieci anni è stato operativo all’interno del quartiere di Waithaka, Amref ha deciso di ampliare e rafforzare il progetto “Children in Need” con la costruzione di un vero e proprio “Villaggio dei ragazzi", inaugurato il 5 marzo 2011.
Il programma di Amref in questi anni ha promosso anche attività artistiche e di comunicazione come strumenti di riabilitazione psicologica, fisica e sociale. Negli anni sono stati realizzati prodotti di comunicazione “alternativi”, che hanno aiutato i ragazzi a dialogare con le comunità che li emarginano, ma anche a far conoscere al mondo la condizione dei ragazzi di strada dall’interno.
Un momento delle attività di Amref con i ragazzi a Nairobi (Foto: Amref).
In particolare, Amref ha promosso la creazione di un laboratorio di video‐formazione che ha coinvolto negli anni un centinaio di ragazzi e che ha portato alla realizzazione di diversi documentari, tra i quali “TV Slum” (nel 2002) e “Sillabario Africano” (2005): il primo è andato più volte in onda in Kenya e in Italia; il secondo è stato trasmesso in 146 paesi di tutto il mondo dal National Geographic Channel.
Inoltre, l'Ong internazionale ha realizzato un laboratorio teatrale culminato nella realizzazione di diversi spettacoli, i più famosi dei quali sono “Pinocchio Nero”, rappresentato varie volte a Nairobi e applaudito da 30 mila persone nei tour italiani, “Amore buono”, pièce teatrale e musicale sulla prevenzione dell’Aids, e “Il cerchio di gesso”, messo in scena dalle ragazze del gruppo Malkia.
«Tutto questo», scrive Amref, «ha prodotto un nuovo modo di raccontare l’Africa, le sue emergenze croniche, le sue ricchezze straordinarie ma ignorate, i suoi linguaggi e le soluzioni che gli abitanti dello slum sanno dare ai grandi nemici dello sviluppo: povertà, malattie, degrado ambientale, discriminazione delle donne, sfruttamento dell’infanzia».
Amref è la principale organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, che opera in Africa Orientale. Dalla sua fondazione a Nairobi nel 1957 promuove e gestisce ogni anno 140 progetti di sviluppo sanitario in 6 paesi, impiegando oltre 800 persone, di cui il 97% africane.
L’unicità di Amref risiede nel suo essere un’organizzazione pienamente africana, impegnata per uno sviluppo autonomo del continente, la sua identità africana è essenziale per trovare soluzioni adeguate e sostenibili. Il lavoro nel campo della prevenzione, dell’educazione alla salute e della formazione di personale locale mira sempre a generare bene!ci permanenti.
Nel 2005 Amref vince il "Bill e Melinda Gates Award per la Salute Globale". Questa la motivazione: “Amref è più di una delle voci dell’Africa, è un atto di coraggio, di compassione, di intelligenza, di fermezza. Amref ha imparato come migliorare veramente la salute in Africa chiedendo agli Africani cosa bisogna fare e come farlo nel modo migliore”.
Luciano Scalettari