Ritorno, un nuovo inizio per i migranti

In tempi di crisi economica globale, il ritorno volontario assistito dei migranti nei Paesi d'origine, in condizioni sicure, è una delle possibili opzioni del processo migratorio

Ritornare per ricominciare

26/03/2013

I processi migratori non sono sempre a senso unico. Al contrario, molto spesso constano di ripartenze e ritorni, secondo un modello circolare. Con il perdurare della crisi economica, negli ultimi anni ci sono stati sempre più migranti che sono tornati volontariamente nei propri Paesi di provenienza.

Ma non è il solo fattore economico ad averli orientati in questo senso. Di frequente l'aver toccato con mano le difficili condizioni di integrazione in un nuovo Paese è stata la molla che ha spinto il migrante a prendere questa decisione: a volte essa può essere vissuta come una sconfitta personale, come l'ennesimo fallimento esistenziale. Altre volte la nostalgia di casa e della famiglia sono i motivi scatenanti. Altre volte ancora il bagaglio di esperienze e conoscenze, maturato durante la permanenza in un altro Paese, può spingere il migrante a fare ritorno per avviare una nuova attività economica in patria.

I dati sono estremamente chiari: la Fondazione Leone Moressa indica che sono stati oltre 32 mila gli stranieri che nel 2011 si sono cancellati dall'anagrafe, con un aumento del 15,9 per cento rispetto al 2010. Inoltre, secondo la Fondazione ISMU, quasi un terzo dei migranti irregolari nel nostro Paese nel 2011 aveva intenzione di lasciare l'Italia.

Quindi la scelta volontaria del migrante di fare ritorno nel suo Paese di provenienza è una delle possibili opzioni del processo migratorio. Ed è la premessa necessaria del Ritorno volontario assistito (RVA), uno strumento che intende fornire sostegno e assistenza, appunto, sia in fase di adeguata informazione preventiva sia di preparazione del viaggio.

Il Ritorno volontario assistito si configura pertanto come l'esatto opposto della dissennata politica dei respingimenti indiscriminati attuata negli anni passati in Italia. Al contrario, un ritorno sicuro e in condizioni dignitose è il primo passo per favorire un reinserimento socio-lavorativo nel proprio Paese d'origine.

Di tutto questo si discuterà a Roma il 27 marzo, nella conferenza stampa di presentazione della campagna "Il ritorno volontario assistito ai tempi della crisi economica. Ritornare. Per ricominciare. Un aiuto per ritornare volontariamente al tuo Paese". La campagna è stata promossa dalla Rete RIRVA, alla quale aderiscono 317 tra realtà del privato sociale e istituzioni regionali di tutto il territorio nazionale, con lo scopo di garantire una maggiore informazione e e una migliore attuazione della misura del Ritorno volontario assistito, attraverso attività di informazione diretta ai migranti, perché possano accedervi più agevolmente, nonché di formazione e aggiornamento per il personale dei servizi rivolti ai migranti.

Francesco Rosati
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