Il Servizio civile nazionale è un’istituzione recente: nasce nel 2001 ed entra in vigore pienamente nel 2006. In Europa lo hanno solo Francia e Germania. Si tratta di un’esperienza volontaria di impegno solidaristico per contribuire alla crescita del Paese. Nessuno è obbligato a farlo; ma il numero delle domande di chi lo richiede è molto superiore a quelle che si possono accettare. In dieci anni di esistenza del Servizio civile, ben 284.596 giovani (tra i 18 e 28 anni) hanno fatto questa esperienza attraverso associazioni o enti iscritti all’albo nazionale o a quelli regionali. Si sono impegnati in vari campi: il servizio alle persone, l’assistenza, la protezione civile, l’ambiente, il patrimonio artistico e culturale, la promozione sociale. Alcuni hanno svolto il loro servizio all’estero. Complessivamente questa esperienza, che porta a vivere fuori dal mondo dello studio o del lavoro, è stata giudicata molto positiva. Infatti non mancano le richieste per il futuro.È un fatto che stupisce, perché siamo in un tempo in cui non è facile trovare lavoro e in cui tutte le circostanze spingerebbero a “non perder tempo”. Ma il Servizio civile non è tempo perso: è la convinzione di tanti. Un’esperienza di gratuità e di solidarietà fa parte del bagaglio formativo dei giovani. Dopo un anno di servizio, restano legami intensi con i protagonisti di un periodo felice. Per taluni – notano alcuni studi – maturano occasioni di occupazione. Ma non è questo lo scopo prioritario del Servizio civile. Quale sarà il futuro di questa felice esperienza? Purtroppo, per i tagli al bilancio, non si è potuto far partire quest’anno tutti quelli che lo chiedevano. Per il prossimo anno la prospettiva è ancora più difficile. Dispiace non investire su un percorso che i giovani fanno con entusiasmo e generosità. Ma tutti conoscono le attuali difficoltà tra cui si muove il bilancio dello Stato. Tuttavia credo che vada fatta una seria riflessione, se investire o no su questa istituzione per il futuro.Il presidente Monti ha più volte insistito sul fatto che i giovani e il loro lavoro siano una priorità per il Governo. L’impegno di solidarietà del Servizio civile può essere un’offerta formativa importante in una situazione in cui, purtroppo, non pochi giovani si ritirano presto dalla sfida della vita. Sembra che i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training), giovani che non studiano né lavorano, siano oltre due milioni in Italia. Il Servizio civile si qualifica come un’offerta di socializzazione importante, qualunque sia la realtà del giovane. È un’esperienza unica nel suo percorso formativo, che lo mette a contatto con situazioni inedite e che lo avvia a una pratica attiva e responsabile della cittadinanza. Per questo sono convinto che il Servizio civile debba restare una proposta che l’Italia fa ai suoi giovani.
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Postato da folgore il 20/03/2012 10:22
Dato che affermate una presenza di tanti giovani senza un'occupazione non sarebbe il caso di riprendere, parimenti, anche la naja, ovvero il servizio militare obbligatorio? Si avrebbe un notevole risparmio rispetto al servizio attuale.
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