I rimborsi elettorali? Al servizio civile

L'idea è delle Acli. A luglio arriverà una nuova tranche di soldi ai partiti: 100 milioni di euro, forse di più. Perché non usarli per far vivere un'esperienza minata dai tagli?

15/04/2012
Foto di Vittorio La Verde/Agf. L'immagine di copertina, invece, è di Romano Siciliani.
Foto di Vittorio La Verde/Agf. L'immagine di copertina, invece, è di Romano Siciliani.

Dovrebbero essere 100 milioni di euro, ma potrebbero essere anche molti di più. A meno che il Parlamento decida diversamente, a luglio i partiti riceveranno una nuova tranche di rimborsi elettorali. Perché non usare questi fondi per dare una boccata d'ossigeno al servizio civile nazionale, stremato da anni di tagli selvaggi (e restituire un po' di credibilità alla classe politica)?  

La proposta arriva dalle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) che, insieme a una fitta rete di enti impegnati nel sociale, si battono per la sopravvivenza del servizio civile. In particolare le Acli puntano il dito contro un uso squilibrato delle risorse pubbliche: mentre i partiti politici si apprestano a ricevere la quarta rata per le spese elettorali sostenute nel 2008 (pur avendo speso molto meno di quanto già finora incassato) i fondi per il servizio civile sono passati dai 296 milioni di euro del 2007 ai 68,8 milioni del 2012. 

Ecco allora l'invito di Andrea Olivero, presidente nazionale Acli. «Se potessimo aggiungere a questi 68 milioni i 100 milioni della rata di luglio del rimborso elettorale, potremmo consentire a 27mila ragazzi e ragazze di vivere un'esperienza educativa straordinaria, una palestra di cittadinanza e di solidarietà che rappresenta l’unica strategia di politica giovanile offerta dallo Stato. Un’esperienza destinata purtroppo attualmente a scomparire, diventando sempre più elitaria. Da diritto il servizio civile si sta trasformando in privilegio di pochi giovani fortunati, perdendo così il suo significato originario».

«In attesa di scoprire come il Parlamento intende procedere sulla strada della riforma dei partiti e dei loro meccanismi di finanziamento – prosegue Olivero - alla luce dei ripetuti scandali degli ultimi mesi, sarebbe un bel segnale per la credibilità della classe politica rinunciare a questa tranche di rimborsi elettorali per favorire la formazione civica dei cittadini di domani».   

Molti enti sono sulla stessa lunghezza d'onda. La  Amesci (Associazione Mediterranea per la Promozione e lo Sviluppo del Servizio Civile) ha diffuso un comunicato con cui sostiene la proposta delle Acli. «In una fase tanto delicata nel rapporto tra cittadini e politica -  dice Enrico Maria Borelli, presidente di Amesci e del Forum Nazionale per il Servizio Civile – è bene che i partiti facciano un gesto concreto di attenzione verso i giovani di questo Paese». Borelli annuncia una lettera aperta ai parlamentari italiani «perché dimostrino, con azioni concrete, di voler svolgere la loro funzione di portatori del bene comune».

Anche don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera (rete di associazioni impegnate contro le mafie) chiede che «i partiti usino i fondi di luglio per sostenere le politiche sociali». Ora la palla passa ai diretti interessati: per il momento il futuro del servizio civile rimane in bilico. Il sistema è inceppato. Molti dei volontari messi a bando nel 2011 non hanno ancora preso servizio: è la strategia delle partenze scaglionate adottata dall'Unsc (Ufficio Nazionale Servizio Civile) per far fronte alla mancanza di fondi.

Il ministro Andrea Riccardi. Foto di Guido Montani/Ansa.
Il ministro Andrea Riccardi. Foto di Guido Montani/Ansa.

Un nuovo bando da 15mila volontari è previsto per la primavera del 2013, «ma se riusciremo a partire con la progettazione a luglio, allora forse sarebbe possibile un bando volontari entro fine anno» precisa Federico Fauttilli, nuovo direttore dell'Unsc. In ogni caso la situazione resta critica, perché i nuovi volontari potranno iniziare il servizio solo nell'autunno 2013: dunque, a quanto pare, bisogna rassegnarsi a un anno di "buco". Non solo: il nuovo bando sarà finanziato con i fondi programmati per il 2014, al momento gli ultimi che restano. Insomma, si sta davvero raschiando il fondo del barile.

I numeri sono allarmanti, ma nonostante tutto si continua a sperare. Dopo le ripetute dichiarazioni di impegno del ministro Andrea Riccardi, che ha ricevuto dal premier Monti la delega per il servizio civile, pare siano in corso trattative col Governo per sbloccare alcuni fondi. Per il momento non esiste nulla di ufficiale, tuttavia nelle stanze dell'Unsc si respira un clima di timido ottimismo e c'è attesa per il nuovo Documento di Progettazione Economica e Finanziaria che il Governo presenterà in estate.

Se dovessero arrivare nuove risorse, sarebbe possibile aumentare il numero di volontari previsti dal bando (che potrebbero diventare 20 o 25mila a seconda degli stanziamenti)
oppure anticipare un po' i tempi delle partenze. Intanto, seguendo le indicazioni del ministro Riccardi, si cerca di coinvolgere quanto più possibile l'opinione pubblica.

In queste settimane diverse città d'Italia ospitano la presentazione del libro Le vie del Servizio Civile. Giovani e virtù civiche tra Europa unita e processo di globalizzazione (Gangemi Editore, 2011) scritto da Raffaele De Cicco, dirigente Unsc. Durante il primo incontro, tenutosi a Roma, l'autore ha ricordato l'importanza di «salvaguardare il cuore del servizio civile, cercando di ripartire, perché se si chiude non si riapre più». Era presente anche Silvia Conforti, rappresentante nazionale dei giovani in servizio civile, che ha ricordato: «Noi volontari abbiamo avuto uno scatto d'orgoglio quando abbiamo saputo che un'esperienza così preziosa stava morendo. Siamo noi il miglior 'marketing' del servizio civile». Successivamente la presentazione del libro ha fatto tappa a Bari e in maggio dovrebbe arrivare a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro.  

Lorenzo Montanaro
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Postato da folgore il 15/04/2012 18:29

quando si parla di tasse recuperate o di altro si dice sempre come un mantra che "occorre calare il debito pubblico". Anche in questo caso vale la stessa situazione. Per quanto riguarda andrea luca si veda che forse tra Costarica ed Haiti e l'Italia v'è qualche differenza di compiti dovuti rispetto alla Comunità Internazionale e che forse qualche delucidazione circa la Protezione Civile, di cui l'Esercito fa già parte ora, dovrebbe essere sempre considerata utile.

Postato da CZAR il 15/04/2012 15:36

@ Andrea Annibale il 15/04/2012 12.01 : i partiti sono associazioni private che perseguono lo scopo di rappresentare e favorire gli interessi dei loro iscritti : per quale motivo devono essere finanziati con denaro pubblico ? Questo è il senso del referendum ( disatteso ) del 1993 che abolì il finanziamento pubblico dei partiti . Il fatto che nonostante ciò i partiti abbiano continuato a spartirsi 2,5 miliardi di Euro - dico duemiliardicinquecentomilioni - è semplicemente scandaloso .

Postato da andrea luca il 15/04/2012 12:09

non ho sentito la Bindi, ma se ha detto così non ha capito chi oggi fa politica: soltanto chi è in qualche modo "collegato" ad un partito che lo inserisce in liste elettorali bloccate. I fondi per il servizio civile? aboliamo l'esercito e trasformiamolo in servizio/protezione civile. l'hanno fatto Costarica e Haiti, può farlo anche l'Italia. Famiglia Cristiana potrebbe raccogliere le firme per una proposta di legge?

Postato da Andrea Annibale il 15/04/2012 12:01

Siamo una società di figli unici che non imparano a condividere con dei fratelli o sorelle le loro esigenze. Non imparano a coordinarsi per le attività della famiglia con altri in una dimensione sociale e relazionale. Per questo, io trovai molto utile il servizio civile quando lo feci con le ACLI negli anni 1989-1990. Inoltre, il servizio civile, che oggi ha certo una struttura molto diversa, è utile non solo per le Associazioni ma anche per chi lo fa. E’ per molti giovani una prima esperienza in cui mettersi al servizi degli altri e capire le logiche del lavoro. Come nella Chiesa si cresce nella fede in una dimensione comunitaria e, appunto, di societas (anche se non più perfecta secondo una definizione obsoleta), anche nella società i corpi intermedi dell’associazionismo e del volontariato aiutano a trovare una specie di seconda famiglia in cui condividere l’io-in-relazione con le gioie quotidiane, il senso del dovere, le piccole ingiustizie che pur possono esistere. Per quanto attiene il finanziamento pubblico dei Partiti, premetto che non ci capisco molto. Ma possibile che questo schifo orrendo della situazione attuale non possa essere modificato? Se un Partito ha delle esigenze di finanziamento, faccia un preventivo di spesa salvo conguaglio a consuntivo. Funziona così per un criterio sano di gestione amministrativa e finanziaria in tutto il mondo, perché in Italia no? Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da Libero Leo il 15/04/2012 10:20

Sembra di assistere all'"assalto alla diligenza". Si vedono 100 milioni di euro e si cerca subito di accapparrarsene almano una parte per la meritoria opera che si compie. Sembra di sentire: io faccio del bene ed ho diritto a questi soldi; il bene che faccio io è più grande e saprei come impiegare meglio questi soldi; io con questi soldi potrei fare cose ancora più meritorie di quelle che faccio; ecc. ecc.. Chi non ha qualcosa di importante e meritorio da fare con dei soldi? Ognuno ha una particolare attenzione per il bene che sente a lui più vicino e vuole i soldi per poterlo realizzare. Ma in questa corsa ai 100 milioni di euro si perde di vista il bene comune del paese Italia. Ed ora qual è la cosa più urgente per il bene comune di tutti? Non certo il nostro particolare. A ben vedere è la diminuzione dell'enorme debito pubblico, che, originato soprattutto nel periodo del conosciativismo, blocca qualsiasi sviluppo e fa intravvedere un triste futuro per l'Italia. Perciò, chi veramente vuole il bene di tutti, dovrebbe rinunciare al suo particolare interesse, per dire con chiarezza che i 100 milioni vadano a diminuire il debito pubblico.

Postato da antonel il 15/04/2012 08:49

Forse le Acli dovrebbero spiegarlo a Rosy Bindi, che l'altra sera a Otto e mezzo sulla 7 non solo ha difeso a spada tratta i soldi ai partiti ("altrimenti la politica la possono fare solo i ricchi"), ma ha anche deto che l'unico problema è aver chiamato il provvedimento 2rimbotdo elettorale" e non chiaramente "finanziamento". Naturalmente l'intemerata presidente del Pd si è dimenticata di dire che il "finanziamento pubblico ai partiti" è stato cancellato da un referendum elettorale. A questi rappresentanti del popolo, quando il popolo non gli dà ragione se ne fregano.

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