Abbandono, piaga del secolo

In Europa, per la prima volta, si è registrato un calo delle coppie disponibili ad adottare, nonostante aumentino le coppie sterili (lo è una su quattro). Storie, E nuovi problemi.

Affidamento e adozioni, se si usasse una briciola di quanto spende il calcio...

06/08/2011

“Con 45 milioni di euro, cioè coi soldi con i quali il Paris Saint Germain ha pagato qualche giorno fa il  calciatore Javier Pastore, in Italia si sarebbero potuti adottare 2500 bambini stranieri”: è una provocazione, certo, quella di Marco Griffini, presidente di Aibi (la storica associazione  di famiglie adottive e affidatarie che lottano per combattere l’abbandono minorile), ma utile a destare l’attenzione su una emergenza umanitaria negata: quella dei minori abbandonati, che miete vittime in ogni parte del mondo, non escluse le cosiddette potenze economiche, se è vero che negli Stati Uniti sono 750 mila i bambini fuori famiglia, i cosiddetti care leavers.  

“L’abbandono” è il male del ventunesimo secolo, una vera forma di schiavitù moderna che priva milioni di bambini della libertà di essere figli. E sono i numeri a dimostrarcelo impietosamente”, denuncia il presidente della Onlus, in occasione del convegno internazionale  che s’è svolto l’1 e il 2 agosto a Monte Colombo (Rimini).    Ogni anno i minori abbandonati crescono in modo esponenziale. Secondo le stime diffuse da UNICEF, nel 2004 vi erano circa 145 milioni di bambini abbandonati. Nel 2010 la cifra è salita a 163 milioni. Ciò significa che, in media, ogni anno ci sono quattro milioni di minori abbandonati in più. 

 “E in Europa, per la prima volta, si è registrato un calo delle coppie disponibili ad adottare, nonostante aumentino le coppie sterili (lo è una su quattro)”, continua Griffini. “Anche in Italia dal 2006 le coppie disponibili all’adozione hanno iniziato a diminuire. Se nel 2006 erano state 6.237 le famiglie pronte ad adottare, nel 2007 sono state 5.635, nel 2009 4.377 e via così, fino alle 3.548 coppie con decreto d’idoneità del 2010”. Una delle principali cause di questa minor disponibilità, assieme alla lunghezza delle procedure, è il costo eccessivo necessario per portare a termine un’adozione internazionale.  


Per invertire la tendenza e rendere questo prezioso istituto realmente accessibile al maggior numero di coppie, specie quelle più giovani,  Aibi avanza la proposta di rendere l’adozione internazionale totalmente gratuita. “E’ una richiesta anzitutto di giustizia ed equità: ad oggi, l’adozione internazionale è l’unico diritto del minore per il quale occorre trovare non solo una famiglia disposta all’accoglienza, ma anche una famiglia che paghi. Ma soprattutto intende offrire una possibilità in più ai minori abbandonati in attesa di famiglia”, conclude il presidente di Aibi. 

E per far questo, precisa infine l’associazione, non sarà necessario gravare ulteriormente sulla spesa pubblica, ma operare un piano di tagli che saranno indicati a breve dalle associazioni familiari. Nello stessa direzione vanno altre due proposte di Aibi: l’eliminazione delle idoneità del Tribunale per i Minori, considerata inutile e dispendiosa, e la riduzione dell’iter di selezione delle coppie, fino ad oggi ad esclusivo carico dei servizi pubblici, a vantaggio di una procedura più razionale di accompagnamento e formazione pre e post adozione delle coppie stesse, che preveda la collaborazione fra i servizi pubblici e quelli privati degli enti autorizzati.






Alberto Laggia
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