Abbandono, piaga del secolo

In Europa, per la prima volta, si è registrato un calo delle coppie disponibili ad adottare, nonostante aumentino le coppie sterili (lo è una su quattro). Storie, E nuovi problemi.

Ashley Rhodes-Courter, Usa: da bimba in affido a mamma affidataria

06/08/2011
 Ashley Rhodes-Courter.
Ashley Rhodes-Courter.

Da bambina “senza famiglia, senza casa e vittima senza voce” a talentuosa scrittrice di best sellers ed ambasciatrice dei diritti dei minori. Da bimba in affido, a madre affidataria. E’ la felice parabola di vita di Ashley Rhodes-Courter, ex-care leavers americana (letteralmente: coloro che hanno perso gli affetti familiari), 25 anni, nata in Florida, segni particolari: capelli rosso fuoco,  sorriso contagioso e volontà di ferro. L’abbiamo incontrata a Monte Colombo (Rimini) in occasione del recente convegno internazionale di Aibi (Amici dei bambini) sull’abbandono minorile.


“Quando avevo tre anni mia madre è stata arrestata. A cinque anni  sono stata affidata  a mio nonno, ma dopo soli cinque mesi  sono stata allontanata anche da lui, perché alcolista. In nove anni ho cambiato due orfanotrofi e ben 14 famiglie affidatarie, in un paio delle quali ho subito abusi. All’età di nove anni mia madre ha rinunciato alla patria potestà e sono entrata in regime di adottabilità”, racconta Ashley. E finalmente, ormai dodicenne, è stata adottata. “E ciò ha rappresentato  la mia salvezza. Mio fratello che non è stato adottato, è finito in carcere”, racconta Ashley.


Un'altra immagine di  Ashley Rhodes-Courter.
Un'altra immagine di Ashley Rhodes-Courter.

“Il sistema di tutela dei minori negli Stati Uniti è arretrato e confuso. Soltanto da poco tempo  s’è capito che, prima di istituzionalizzare un minore abbandonato,  si deve ascoltarlo”, dichiara la giovane americana. Così Rhodes-Courter, che vive a St. Petersburg in Florida, ha deciso di dedicare la sua vita alla causa  dei care-leavers e a migliorare il sistema di protezione  dell’infanzia nel suo Paese. E per far ciò ha scritto il libro di memorie “Three little words”, pubblicato nel 2008 da Simon & Schuster, che in breve è diventato un best seller. L’autobiografia ha vinto diversi premi  ed è stata utilizzata come strumento di formazione nelle scuole.  Quest’anno l’AHA, l’American Humane Associaton (che dal 1887 è impegnata in difesa dei diritti dei minori) ha nominato la Rhodes-Courter ambasciatrice per i propri progetti umanitari.  

Ashley, che è ormai un volto noto per la sua frequenza ai talk show americani,  è diventata anche mamma affidataria: “Ho capito nella mia terribile infanzia – spiega -  che è assolutamente necessario per un bambino trovare una figura adulta che ti stia vicino e che ti ami. Mi piacerebbe, attraverso la mia storia, ispirare altri ragazzi e ragazze e incoraggiare le famiglie e i responsabili politici ad aiutare i tanti bambini abbandonati; proprio perché conosco sulla mia pelle cosa significa sentirsi persi all’interno del sistema affido e ho provato poi la gioia dell’accoglienza, voglio far qualcosa per gli altri che non hanno avuto la mia stessa fortuna”.  

La giovane scrittrice sottolinea infine i rischi di esclusione sociale a cui vanno incontro i minori “fuori famiglia” dal momento in cui raggiungono la maggiore età:  “In America i bambini abbandonati, se non adottati, si trovano, una volta maggiorenni (25 mila all’anno circa) , ad uscire dal sistema di tutela senza alcuna prospettiva futura. Solo il 50% si diploma e il 2% s’iscrive all’università. Più della metà diventa un ‘senzatetto’, un disoccupato, un delinquente. E le ragazze rimangono incinta molto presto. In California, secondo una recente indagine, il 70 per cento della popolazione carceraria ha fatto esperienza di abbandono familiare.  Nonostante gli innumerevoli sforzi già fatti, ne servono molti di più”, conclude Ashley: “Bisogna creare  gruppi di supporto e mutuo-aiuto, figure professionali adeguate; occorre sviluppare un legame forte tra questi ragazzi e una famiglia del territorio o con la comunità stessa, in modo che questi giovani abbiano un aiuto a trovare un alloggio o un lavoro stabile”.

Alberto Laggia
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