Dossier Cooperazione, Italia ultima

Il nostro Governo è quello che stanzia meno fondi per gli aiuti allo sviluppo tra le Nazioni ricche.

Si riparla di “Robin Tax”

15/04/2010
In Africa, l'80 per cento delle malattie è legato direttamente o indirettamente alla mancanza d'acqua pulita (foto di Nino Leto).
In Africa, l'80 per cento delle malattie è legato direttamente o indirettamente alla mancanza d'acqua pulita (foto di Nino Leto).

La proposta è stata avanzata da tempo dalle realtà di cooperazione internazionale e dalla società civile. Ma ora l’ha rilanciata una dozzina di Ong internazionali ed è stata fatta propria da Franziska Keller, eurodeputata tedesca dei Verdi: si tratta della cosiddetta “Robin Tax”, ossia di una forma di tassazione sulle transazioni finanziarie. Un prelievo di minima entità (lo 0,05 per cento), che tuttavia sul grande volume delle operazioni finanziarie internazionali consentirebbe di creare un fondo di alcuni miliardi di euro all’anno da destinare alla cooperazione internazionale allo sviluppo.

Una tassa del genere – dicono la Keller e le Ong – farebbe anche bene al mercato finanziario, disincentivando le forme di speculazione che, come si è visto nei due anni passati, hanno avuto una parte tanto rilevante nell’aggravare l’emergenza-cibo del 2008 e la crisi economica del 2009.

Un forte appello viene anche dalle Ong internazionali Oxfam e Ucodep: chiedono ai Paesi ricchi di stabilire piani di incremento annuali dell’aiuto pubblico allo sviluppo in vista dell’appuntamento del prossimo settembre a New York, quando si svolgerà il prossimo vertice delle Nazioni Unite per fare il punto sugli Obiettivi del Millennio.

“Quando sono investiti bene”, dice il portavoce italiano di Oxfam, Gabriele Carchella, “gli aiuti salvano milioni di vite”. Un esempio? Il Nepal. Grazie agli aiuti, dal 2006 il tasso di mortalità infantile si è ridotto del 22 per cento, la mortalità neonatale del 38 per cento e quella materna del 19 per cento. “Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Lancet”, aggiunge, “mostra che nel periodo dal 1980 al 2008 la mortalità materna è diminuita a livello mondiale, passando da oltre un milione di casi l’anno a meno di 350 mila. Un risultato raggiunto soprattutto grazie all’efficace impiego degli aiuti. Di fronte a simili risultati, la loro riduzione non può che essere definita una misura miope e irresponsabile”. 

Luciano Scalettari
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