25/09/2011
Un esemplare di cacciabombardiere F-35 in volo.
«È venuto il tempo di tagliare e rivedere completamente la nostra spesa militare». Uno dei messaggi forti della Perugia-Assisi è questo. Lo ribadisce Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace: «È giusto continuare a spendere in questo modo 24 miliardi di euro all’anno? È questo il modo migliore per garantire la nostra sicurezza?»
«Quando si continua a chiedere agli italiani di stringere la cinghia, non vi può essere un solo capitolo del bilancio dello Stato che passi indenne da una seria revisione pubblica», continua Lotti. «Ventiquattro miliardi sono una somma enorme e ogni tentativo di evitare la discussione su questi fondi non è solo attentato non alla democrazia ma un ostacolo insormontabile posto sulla via di uscita dalla crisi».
«Niente è più inutile di una portaerei, un sommergibile o un cacciabombardiere», sottolinea il coordinatore della Tavola della Pace, «per proteggere i cittadini dalle mafie e dal terrorismo, dalla malavita e dall’illegalità, dalla corruzione e dalla disoccupazione, dall’inquinamento e dalla sofisticazione alimentare. Eppure continuiamo a comperare costosissimi sistemi d’arma e lasciamo i poliziotti senza auto e benzina. Le nostre spese per la sicurezza sono fortemente squilibrate a favore di un modello militare anacronistico e inutilmente offensivo, mentre i problemi della sicurezza oggi esigono una pluralità di strumenti in prevalenza preventivi e non militari, fra cui la cooperazione, la diplomazia (anche popolare), l’intelligence. Strumenti molto più efficaci che mantenere in vita un mastodontico esercito di 180 mila uomini».
Padre Alex Zanotelli parla al Meeting dei giovani a Bastia Umbra.
Il primo “taglio”? Tra le decine di migliaia di partecipanti alla marcia non vi sono molti dubbi: si
deve partire dalla cancellazione del programma di acquisto dei 131
cacciabombardieri F-35 (costo complessivo 20 miliardi di euro) e dalla revisione dei 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d’arma che ipotecano la nostra spesa militare fino al 2026.
Ma non solo. Anche la questione delle missioni militari italiane nel mondo è tutta da rivedere, specie quelle in Afghanistan e in Libia.
«Il mondo è superarmato e tremendamente affamato», dice padre Alex Zanotelli. «L’anno
scorso la spesa militare mondiale ha raggiunto la cifra record di 1.630
miliardi di dollari, mentre il numero di persone che patiscono la fame
ha superato il miliardo, e altri due vivono in condizioni di povertà. Con 44 miliardi di dollari si potrebbe sfamare il mondo intero».
«Invece l'Italia», continua il missionario comboniano, «l'anno scorso ha speso 27 miliardi di euro in armi. Manco ci dovessero invadere gli alieni. Che senso ha? Eccola, la manovra contro la crisi: in quei 27 e più miliardi di euro che spenderemo anche quest'anno».
La crisi economica e la manovra del governo sono temi forti di questa Marcia: «Non è possibile tagliare i servizi di trasporto per i disabili e continuare a fabbricare caccia bombardieri», sottolinea Luciano Della Vecchia, assessore ai Trasporti della provincia di Perugia. Da parte sua, Mauro Valpiana, del Movimento Non violento,
ricorda che non c’è solo il problema delle armi ma anche quello
culturale: «Certo, la manovra economica si deve affrontare prima di
tutto bloccando l’acquisto dei caccia bombardieri F-35; ma serve anche un disarmo interiore per fare crollare i muri nella nostra testa».
Luciano Scalettari