Tre milioni di madri rischiano la vita

Ogni giorno, in tutto il mondo, circa 800 donne muoiono a causa delle complicazioni collegate alla gravidanza o al parto: il 99% delle morti avviene nei Paesi in via di sviluppo

Ogni vita salvata è un successo

17/04/2013

Dottor Antonelli, ci sono le grandi catastrofi, le grandi tragedie, quelle che richiamano l’attenzione della stampa internazionale e poi invece ci sono drammi che si compiono ogni giorno, magari lontano dai riflettori: uno di questi è la mortalità materna, soprattutto nei Paesi e nelle aree del mondo più disagiate. Perché si può parlare di vera e propria emergenza?

«La mortalità materna è un’emergenza che si consuma lontano dai riflettori, ma costituisce un vera e propria catastrofe umanitaria, soprattutto in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia del Sud. Si calcola che ogni giorno circa 800 madri perdano la vita durante la gravidanza o nel dare al mondo i propri figli. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010, circa 300.000 madri sono morte nel corso del parto o subito dopo. L’impatto è pesantissimo anche sui figli, perché circa 2,6 milioni di neonati nascono morti ogni anno e 3 milioni muoiono dopo il parto. La mortalità materna è sì devastante per il suo costo umano e sanitario, ma lo è anche per le condizioni economiche delle comunità: la Banca Mondiale stima che, in virtù del contributo delle donne al prodotto interno, circa 15 miliardi di dollari ogni anno vengano persi a causa della mortalità materna. E stiamo parlando di Paesi a risorse limitate dove, quindi, queste cifre hanno un impatto ancora maggiore. È una vera e propria piaga che va gestita dalla comunità internazionale, ciascuno facendo la propria parte».

I numeri di questa tragedia che lei ricordava sono impressionanti, però nel mondo ci sono tante emergenze che colpiscono le popolazioni più povere e svantaggiate: perché MSD ha scelto di concentrarsi proprio su questa?
«MSD si è sempre distinta con una serie di progetti di responsabilità sociale in grado di fare la differenza. Il nostro primo progetto significativo è stato il Mectizan Donation Program, una pietra miliare in questo tipo di iniziative, che, nei suoi 26 anni di vita, attraverso una partnership pubblico-privato è quasi riuscita ad eradicare la cecità fluviale. Nel solco di questa tradizione abbiamo deciso di avviare MSD for Mothers, un progetto molto ambizioso, che ha l’obiettivo di contribuire a ridurre il tasso di mortalità materna del 75% entro il 2015, in accordo con il Quinto Obiettivo del Millennio sancito dalle Nazioni Unite. Abbiamo deciso di intervenire in alcuni Paesi dell’Africa e dell’Asia del Sud con un investimento di 500 milioni di dollari in 10 anni che, attraverso la collaborazione con rilevanti organismi internazionali e una serie di partnership pubblico-privato, contribuirà a migliorare la qualità degli interventi terapeutici, l’accesso alle cure, l’educazione sanitaria. Puntiamo a ridurre in maniera importante la mortalità materna mettendo a disposizione le migliori soluzioni possibili e le terapie più innovative, ritagliate però sulle necessità specifiche di Paesi che versano in condizioni disagiate».

L’impegno economico è sicuramente importante, ma una grande azienda come MSD può fornire anche altro, insieme alle risorse economiche: le sue competenze, la propria esperienza: che cosa porta MSD in questo progetto oltre al rilevantissimo investimento?

«È importante sottolineare che non si tratta di aiuti a pioggia: quello che mettiamo sul tavolo, al di là dei 500 milioni di dollari, è tutto ciò che ha a che vedere con le nostre conoscenze scientifiche e commerciali, messe qui a fattor comune con i vari organismi locali da noi identificati, in modo tale che le soluzioni terapeutiche più innovative siano messe a disposizione di un numero quanto più elevato di donne e quindi di mamme».

In Italia, nell’ambito di questo progetto, MSD ha deciso di sostenere il Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio: perché questa scelta? 
«La nostra partnership con la Comunità di Sant’Egidio è di lunga data e ne siamo sempre stati molto soddisfatti: MSD Italia è stata la prima azienda farmaceutica a sostenere il Programma DREAM (Drug Resources Enhancement against AIDS and Malnutrition). L’idea alla base del Programma DREAM, cioè di affrontare la lotta all’infezione da HIV-AIDS portando gli standard di cura dei Paesi ad alto indice di sviluppo anche in Paesi a risorse limitate, ci è sembrata da subito vincente ed in linea con i principi ispiratori che guidano le nostre azioni di responsabilità sociale. Oltre ad erogare un proprio contributo, ormai più di 13 anni fa, MSD Italia si è fatta promotrice dell’iniziativa presso Farmindustria, assicurandone l’adesione al programma. Questo rispecchia il nostro modo di operare attraverso la creazione di partnership pubblico-privato. Su questa amicizia consolidata abbiamo deciso di costruire qualcosa in più: con MSD for Mothers, abbiamo stanziato, sia come casa madre che come consociata italiana, un contributo di 1,3 milioni di dollari a sostegno di un programma triennale in Mozambico. Puntiamo ad integrare l’assistenza al parto, alla maternità e ai servizi neonatali all’interno della cornice della lotta all’HIV che è il punto di forza del Programma DREAM. Si tratta di interventi a breve e a medio termine, come i test per l’HIV, la costruzione di laboratori di biologia molecolare, la formazione di personale sanitario medico e paramedico e una serie di altre iniziative. Gli sforzi si concentreranno su 11 Centri sanitari del Paese e si pongono l’obiettivo di formare almeno 300 addetti tra medici e personale sanitario soprattutto per prevenire la trasmissione materno-fetale del virus da HIV, tra le principali cause di mortalità materna e infantile nel Paese».

Alberto Picci
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