Chi c'è dietro il Forum dell'acqua

E' un’emanazione del Consiglio mondiale dell’acqua, un’associazione privata di diritto francese, con sede a Marsiglia. Non si tratta quindi di un’iniziativa intergovernativa. Inoltre...

13/03/2012
L'acqua potabile rimane per molte, troppe persone un bene raro. Foto Ansa.
L'acqua potabile rimane per molte, troppe persone un bene raro. Foto Ansa.

Se i Forum mondiali dell’acqua degli anni passati, riuniti dal 1997 ogni tre anni su iniziativa del Consiglio mondiale dell' acqua, erano finalizzati a stilare una diagnosi complessiva del problema, quest'anno l'obiettivo degli esperti presenti a Marsiglia è unire gli sforzi, formulare proposte concrete e giungere a una dichiarazione comune. Il titolo dell'incontro è in questo senso emblematico: “Il tempo delle soluzioni”.


Già, le soluzioni… Ma chi dovrebbe formulare le soluzioni per dissetare il mondo? Che cos’è in realtà il Forum? Il Forum è un’emanazione del Consiglio mondiale dell’acqua, un’associazione privata di diritto francese avente sede a Marsiglia. Non si tratta quindi di un’iniziativa intergovernativa. Dal 2005, il Consiglio mondiale dell’acqua è presieduto da Loic Fauchon, presidente e direttore generale del Groupe des Eaux de Marseille, il cui capitale è detenuto in parti uguali dalla Lyonnaise des Eaux e dalla Compagnie Générale des Eaux (Cge, gruppo Veolia Water). Queste imprese, che, va ricordato, sono le prime due a livello mondiale, hanno evidentemente un forte controllo sugli orientamenti del Consiglio e del Forum mondiale dell’acqua, che è un concentrato dei grandi poteri del mondo: dalla Banca mondiale alle multinazionali, dai Governi di Paesi come Usa e Giappone, alla Fao (Food and Agriculture Organization) e all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). 

È in questo ambito che, nel 2000, durante il secondo Forum tenutosi all’Aia, avviene un sottile cambiamento semantico che può portare a una visione esclusivamente economica della sete nel mondo: il riconoscimento del bisogno d’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Dal diritto al bisogno, dunque. Il mutamento non è di poco conto, perché il termine “bisogno” evoca più la figura del cliente/consumatore che quella del cittadino titolare di un diritto. Alla base dell’affermazione del principio economico c’è l’idea che se l’acqua è gratuita la gente non la considera come qualcosa di prezioso, mentre la richiesta di servizi idrici è in continuo aumento. Ed è uno dei più giganteschi affari del pianeta. Miliardi di uomini, donne e bambini che pagheranno bollette sempre più salate per non morire di sete.

Giuseppe Altamore
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