Tagli alle spese militari, solo fumo

Ammontano, complessivamente, a 23 miliardi di euro. Si fa fatica a intaccare questa montagna di soldi. A cittadini e famiglie, invece, si chiedono sacrifici. In Primo piano su Fc 13.

21/03/2012
Nella foto, primo a  sinistra, il ministro della  Difesa, Giampaolo Di Paola. Roma, 2 marzo 2012. Foto di  Mario De Renzis/Ansa.
Nella foto, primo a sinistra, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Roma, 2 marzo 2012. Foto di Mario De Renzis/Ansa.

Forse è il momento di rispolverare l’articolo 11 della nostra Costituzione. E ripartire da lì. «L’Italia», si legge, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Dopo gli orrori del secondo conflitto mondiale, l’Italia faceva a sé stessa una promessa: «Valga solo la forza della ragione. Si smetta con le ragioni della forza, sostenute con le armi». In questi ultimi anni, però, per aggirare il dettato costituzionale, si è fatto uso di ogni contorsione verbale. E si è ignorato il Magistero dei Papi che contro il ricorso alla guerra come strumento per risolvere i contrasti tra le nazioni hanno scritto pagine esemplari. Dalla Pacem in terris di Giovanni XXIII alla Populorum progressio di Paolo VI, fino al monito di Giovanni Paolo II: «Mai più la guerra!».


Oggi, l’Italia ha una grande opportunità: discutere in Parlamento sul modello di Difesa. E su un poderoso taglio alle spese militari. A maggior ragione, in tempi di grave crisi economica. Il ministro della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha annunciato riduzioni del personale e la rinuncia ad alcuni cacciabombardieri F35. Non ne compreremo più centotrentuno, ma soltanto novanta. «Rischia di essere solo fumo negli occhi», denuncia la società civile. Dalle Acli alla Tavola della pace, alla Rete disarmo, alla Focsiv. I tagli alle spese militari, in realtà, sarebbero solo “artifici contabili”. Una partita di giro, per acquistare nuovi sistemi d’arma. Dal bilancio della Difesa, in realtà, si sottrarrebbero solo pochi euro. Altro che recuperare ingenti risorse per scuole, ospedali e posti di lavoro per i giovani! E poi, nelle stesse ore in cui il ministro Di Paola rendeva nota la riduzione degli F35, la Lockheed Martin che li costruisce s’affrettavaa precisare che il costo astronomico di 180 milionidi dollari per ogni cacciabombardiereera destinato a impennarsi ulteriormente.

Nel 2012 le spese militari ammontano, complessivamente, a 23 miliardi di euro. Si fa fatica a intaccare questa montagna di soldi. Ai cittadini e alle famiglie, invece, si chiedono ulteriori sacrifici e tagli sui loro miseri bilanci. Forse, perché non hanno “santi in paradiso”o “stellette” sulle divise. Un dato colpisce, tra i tanti, oltre al massacro del Terzo settore e al seppellimento del principio di sussidiarietà: mentre si riempiono gli arsenali, si affossa l’esperienza del servizio civile. Per l’anno in corso, sono stati stanziatiappena 68 milioni. Per il prossimo si vedrà!In Parlamento, i pochi che lavorano per coniugare “buona politica” e “buoni princìpi” (tra questi Savino Pezzotta, Gian Piero Scanu e Andrea Sarubbi) agiscono in un assordante silenzio.

Sono giorni decisivi per decidere ditagliare drasticamente le spese militari e rivedere il nostro modello di difesa. Speriamo che Pasqua, ormai prossima, sia all’insegnadella pace. E che, ancora una volta, non la spuntino i “trucchi” del Palazzo.

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Postato da Paolo Zuliani il 25/03/2012 20:31

Concordo integralmente con i contenuti e con il senso dell'articolo. La pace non è una generica, "buonista" aspirazione dell'anima. Si alimenta di fatti. Di fatti concreti.

Postato da branda il 22/03/2012 14:37

Per Andrea Annibale Guardi la sua considerazione che la guerra esista da sempre (come la prostituzione?) potrei farla io che sono ateo ma lei cristiano non dovrebbe essersi accorto da un pezzo che prima ancora esite Dio e che Egli è amore?

Postato da branda il 22/03/2012 14:35

Sono ben d'accordo con il contenuto dell'articolo. Aggiungerei solo che ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte, senza aspettare soluzioni piovute dall'alto (= il nostro Governo). Per esempio, la Chiesa potrebbe smetterla con questo retaggio da conquista armata del mondo (crociate, etc) costituito dai cappellani militari e dalla benedizioni di soldati ed armi. Oltre al presenzialismo dei suoi più illustri rappresentanti ogni qualvolta il politico-mafioso di turno abbia qualcosa da celebrare/inaugurare sotto l'egida della Chiesa. O no?

Postato da Franco Salis il 22/03/2012 08:15

E no, non cominciamo a barare l’art. 11 recita così: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Chi ha fatto “uso di ogni contorsione verbale?” Il testo è questo che ho riportato io o ,sono stato distratto ed è stato modificato? La Chiesa nei suoi documenti ufficiali ha sempre parlato di diritto alla difesa. E non venite a sproloquiare dicendo che gli F35 sono armi di attacco”. Per quanto riguarda i Papi, mi astengo da ogni commento. Dico solo che è estremamente facile esprimere “buoni propositi” e agire in contrasto con essi. Qui va ricercata il potenziale fallimento della chiesa nonostante eserciti di volontari preti e laici che si fanno ammazzare, per passare dai propositi alle azioni, non portando il messaggio di Cristo, ma portando Cristo. Un terzo in meno di F. 35 sono “fumo agli occhi”. La società civile? Ah,” le Acli alla Tavola della pace, alla Rete disarmo, alla Focsiv.” Senza togliere nulla a queste benemerite organizzazioni, non le si possono passare come espressione uniche della società civile. Una domandina stupida stupida(si fa per dire) se lo spazio aereo italiano viene violato e Ahmadinejād dovesse bombardare il Vaticano come covo di infedeli, chi, chi difende il Vaticano.” O dobbiamo far conto sulle armi dell’USA? sempre armi sono! La mia è una ipotesi assurda, irreale: Si come quando l’Iraq ha invaso il Queit. Interessante che si possa dire (Avvenire 20 marzo 2012). IL VIAGGIO IN AMERICA CENTRALE Card. Bertone: il Papa porta in Messico un messaggio d'amore o, in F.C., “ 100 ore di adorazione in dono al Papa”, sebbene dolcissima invocazione, finisce solo per strappare le lacrime alle vecchiette. Per stanare quel signore che ha ammazzato genitori e bambini nella scuola di Tolosa, ci mandiamo in pellegrinaggio le suore “armate” di solo Rosario? MAGARI fosse sufficiente! Sempre gradito anche se “in assordante silenzio” l’impegno di alcuni, purché sia realistico, ma non è che in silenzio stanno “mercanteggiando”? Buona giornata. Ciao Gian Piero.

Postato da Rodolfo Vialba il 22/03/2012 08:07

Notizie come queste sollevano più di una perplessità sul Governo Monti e sulle politiche che persegue. Mi rendo conto che le ragioni che ne hanno determinato la nascita sono ancora tutte, o in buona misura, ancora presenti e che non esiste una alternativa credibile e percorribile al Governo Monti che non sia il ricorso ad elezioni anticipate, da molti e anche da me considerate pericolose e dannose per il Paese. Ma ciò non può voler dire che tutto quello che il Governo decide di fare si debba accettare che lo faccia e che proceda sulla sua strada a colpi di voti di fiducia che riducono il Parlamento ad un passaggio solo formale del processo decisionale. Così almeno è stato finora per i 12 voti di fiducia. Così sembra delinearsi il futuro sia sul grande tema del lavoro, dove il Governo intende procedere anche senza l’intesa delle parti sociali e certamente senza un accordo sottoscritto, il che non è solo un aspetto formale ma sostanziale delle relazioni Governo-Parti Sociali, e su quello della Difesa rispetto al quale, oltre a chiederci per quale ragione dobbiamo armarci e contro chi dobbiamo fare la guerra, dobbiamo anche chiederci quale rapporto esiste tra i gravissimi sacrifici chiesti ai cittadini italiani, inversamente proporzionali alla loro capacità di reddito, e i 23 miliardi di euro che costa il mantenere, solo per il 2012, l’attuale sistema di Difesa. E’ mai possibile che in Parlamento solo il mio amico Savino Pezzotta, e pochi altri, si pongano, e pongano, questo tema, per tutte le ragioni richiamate, come prioritario e derimente per la politica e per il Paese?, e dove sono i molti parlamentari che si dichiarano cattolici, e come tali contro la guerra?, ma dove sono i cattolici e cosa fanno per dire oggi che tutto questo non è condivisibile e accettabile?, e i pacifisti che fanno?, per non dire degli animalisti per i quali forse valgono più i diritti degli animali che non quelli delle persone, la pace, anzitutto? Ci dovrà pur essere un modo che senza mettere in discussione il Governo Monti consenta ai cittadini italiani di esprimere e far valere opinioni e indicazioni improntate a giustizia, equità e solidarietà.

Postato da DOR1955 il 21/03/2012 18:53

Scusate, ma qualcuno si era illuso che il governo Monti (che continuo a definire ambiguo e ipocrita) cambiasse qualcosa, ad esempio in termini di tagli alle spese?. Da tempo sostengo, e su Famiglia Cristiana avete gentilmente pubblicato tutti i miei commenti, che questo governo non potrà (o vorrà?) fare nulla di buono per famiglia - stato sociale - sanità - scuola - lavoro. E la modifica di oggi (che avrà la fiducia dei politici) al "famigerato" art. 18 è un'altra presa in giro da parte di questo governo; non serve a creare nessun nuovo posto di lavoro. Ritornando al tema dell'articolo: la spiegazione forse sta nella cifra a bilancio per la difesa - 23 Miliardi di Euro. Se, da dati noti, la corruzione in Italia vale dai 120 ai 140 Miliardi di Euro (230-240 secondo statistiche di organismi europei indipendenti), essa corrisponde minimo al 8% del PIL. Potrebbe essere che ci sia un 8% su 23 Miliardi, visto che la corruzione è trasversale a tutto e tutti?.

Postato da Andrea Annibale il 21/03/2012 18:30

Mi permetto di dissentire dall’autorevolissima opinione del direttore di Famiglia Cristiana e ne soffro. Sono pienamente d’accordo con la politica di questo Governo in tutti i campi e anche in quello militare e, come cittadino, il Ministro Giampaolo Di Paola ha la mia massima fiducia. Da sempre esistono gli eserciti e la guerra. Non so perché ma credo abbiano a che fare con la difesa della nostra Patria e dei nostri interessi strategici ed economici. La guerra è ammessa dalla Chiesa solo per ragioni difensive in presenza di precisi requisiti morali (Catechismo della Chiesa Cattolica al n° 2309), ma il nostro Paese non è attrezzato né per la guerra, né per la pace. Le spese militari vanno a sostentare in massima parte una burocrazia militare inutile con un abnorme numero di graduati rispetto ai militari soldati semplici. Io sono favorevole ad un forte aumento delle spese militari perché credo che c’è una corsa agli armamenti della Cina e dell’India e non vedo perché i Paesi cristiani debbano disarmare mentre gli altri armano. Non possiamo permetterci un’utopia cristiana del disarmo mentre gli altri si armano. Meglio sarebbe un governo mondiale vero – come proponeva Ernesto Olivero su Famiglia Cristiana qualche mese fa e come accenna anche il Catechismo della Chiesa al numero 2308 – che regoli in altro modo le controversie internazionali. La Costituzione dice molte cose giuste e qualcuna sbagliata. La Costituzione non è la Bibbia (né il direttore Sciortino dice che lo sia, certo) e la minaccia della guerra, secondo il Catechismo stesso della Chiesa cattolica (sempre richiamandosi alla Gaudium et Spes) verrà estirpata solo alla fine dei tempi con il ritorno di Cristo (n° 2317). Io penso che, come sostiene Mitt Romney, un “falco moderato” si possa rilanciare il dialogo con l’Islam e con il mondo non cristiano da una posizione di autorevolezza e di forza strategica, d’impresa, tecnologica e militare. Alla base dell’utopia del disarmo unilaterale c’è una illusione, cioè che nell’uomo alberghi solo il bene, non anche il male e l’egoismo. Molte utopie sono fallite per questo errore alla base del quale, come nel pelagianesimo e nel comunismo, c’è la sottovalutazione della corruzione portata nel cosmo e nel cuore dell’uomo dal Peccato Originale. Tanto che il Catechismo della Chiesa Cattolica, che ancora cito, sottolinea come si debba invocare non dalla buona volontà degli uomini, ma prima ancora dalla bontà di Dio il dono della pace (n° 2307). Ciao. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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