15/11/2012
Di sé, praticamente, non parla
mai: «Georgette Manishatse è un'insegnante specializzata in classi di recupero
per studenti che hanno superato l'età scolare ma desiderano recuperare il tempo
perduto e progredire negli studi per guadagnare qualche anno scolastico». In
questi anni Georgette si è occupata prevalentemente della formazione delle
donne che hanno chiesto di poter imparare a leggere e scrivere: in questi casi,
la tipologia di intervento prevede dialogo e confronto "circolari" e
non "frontali". «La sfida più grande è pensare che l'obiettivo
didattico, la presa di coscienza e l'empowerment feminile non siano un qualcosa
che va insegnato o "imposto", ma sono il frutto di un processo di
educazione partecipata, di un lavoro comune che passa anche attraverso
l'adattamento di regole che siano condivise e condivisibili dall'intero gruppo.
I contenuti stessi dei corsinon possono essere una realtà statica ma un incessante
processo in divenire: sono, contemporanemente, strumento e obiettivo». In altre
parole, quello che A. vuol far capire è che mettere una barriera tra insegnante
e studente non porta risultati.
«Macumi Leonard è un catechista
della vecchia scuola burundo-ruandese, ha trascorso gli “anni del silenzio” a
Butare, in Ruanda, ed è cresciuto professionalmente nel periodo difficile del
Burundi insanguinato dalla guerra civile. Il suo compito è accompagnare le 4
classi della Parrocchia di Mukenke, dove opera da sempre, e seguire i lavori di
costruzione delle case per quelle famiglie che ancora sono obbligate ad una
vita in capanne di paglia». Nella sola Parrocchia di Mukenke sono state finora
sostenute 60 famiglie nella costruzione e/o nel miglioramento di case in
muratura: la stabilità che una casa in mattoni garantisce incide sul tasso di
mortalità infantile e delle puerpere, sull’educazione scolastica dei figli, sul
sistema economico della comunità, sull’integrazione di un gruppo etnico, sul
tessuto sociale circostante… come in un circolo vizioso una casa dignitosa
favorisce lo sviluppo umano integrale, la mancanza della stessa lo mina
irrimediabilmente.
Alberto Picci